Khamenei dà del “criminale” all’Italia e chiede più corano nelle Carte arabe
17 Settembre 2011
di Jasmine Trio
Come il moto di una corazzata – violento e stridente – giunge il verbo dell’ayatollah Ali Khamenei, il leader del consiglio supremo degli ayatollah iraniano, sui grandi sconvolgimenti che stanno interessando la regione mediorientale da quasi un anno a questa parte. “I protagonisti delle ‘primavere arabe’ si attengano ai principi della religione islamica senza lasciarsi imporre modelli esterni nei nuovi ordinamenti”, ha detto il vertice iraniano alla Conferenza per il risveglio islamico. Rivolgendosi a circa 500 esperti di studi islamici giunti da ottanta paesi Khamenei ha dichiarato, riferendosi ai “complotti” che in varie forme starebbe tentando l’Occidente, che “il nemico” potrebbe cercare di imporre Costituzioni le quali “possono causare dipendenza economica” dallo stesso Occidente, facendogli riguadagnare il controllo. “Crediate in Dio e otterrete la vittoria”, ha detto ancora la Guida, invitando a “scrivere i principi del Corano” nei nuovi ordinamenti.
Khamenei, il cui discorso è stato spesso inframmezzato dalla lettura di passi coranici e di testi poetici in arabo, ha esordito sottolineando che il “risveglio islamico” di questi ultimi mesi è avvenuto “grazie a intellettuali islamici che hanno creato il terreno” per le rivolte. E di queste ha evidenziato il carattere “popolare”, che le differenzia dai movimenti guidati dalle elite negli anni Cinquanta e Sessanta. Inoltre ha definito “simili” gli sviluppi che si sono avuti in Egitto, Tunisia, Libia, Yemen e Bahrein, “in cui è la gente a fissare gli obiettivi”. “Siate presenti sulla scena”, ha esortato ancora la Guida Suprema, “siate voi a scrivere i principi coranici” nei nuovi ordinamenti e “non lasciate che siano loro [gli Occidentali], a farlo”. “Siete voi che dovete creare i vostri sistemi”, ha ribadito Khamenei, ricordando che i valori dominanti nelle società in rivolta “sono islamici”, ammonendo contro interferenze da parte di “democrazie in qualche caso anti-religiose” dell’Occidente. Nel suo discorso, ascoltato in platea anche dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, Khamenei ha inoltre definito la rivoluzione egiziana come l’evento che l’Iran attendeva dopo la propria rivoluzione islamica del 1979.
La suprema guida iraniana ha avuto parole dolci “come il miele” anche per Italia, Europa e USA: “Non fidatevi mai di Stati Uniti, Nato e dei regimi criminali come Gran Bretagna, Francia e Italia che si sono a lungo divisi i vostri Paesi per saccheggiarli”. Occorre dunque vigilare sulla “minacce” che insidiano le vittorie ottenute, e “identificare i nemici” e gli “inganni” che il loro comportamento può nascondere. “Siate prudenti e coraggiosi al tempo stesso” ha esortato, e “non fidatevi” delle loro [gli Occidentali, ndr] lusinghe, che possono nascondere “complotti” e tradimenti. Khamenei ha dunque invitato le nazioni islamiche a non lasciarsi dividere dalle “differenze etniche, tribali e religiose”.
Un intervento questo di Khamenei che arriva in un momento in cui l’Iran sembra incapace di prendere le giuste misure sulle rivoluzioni arabe, fatta eccezion la Siria, ove l’Iran ha deciso di giocare un ruolo più che decisivo nel sostegno all’ondata repressiva del regime di Bashar al-Assad contro il movimento di popolo degli ultimi mesi. L’Iran sta comunque tentando in ogni modo di trarre vantaggio geostrategicamente dai alcuni dei vuoti di potere causati dalla caduta dei dittatori arabi, in particolare in Egitto. Parole quelle odierne dell’ayatollah Ali Khameini che mal celano paura, soprattutto se si le si mette in relazioni ai moti giovanili della ‘rivoluzione verde’ iraniana, scoppiata nel 2009-10 a seguito delle elezioni presidenziali tra Mahmoud Ahmedinejad e Mir Hossein Moussavi.