Killer spara sulla folla a Las Vegas, 59 morti e oltre 500 feriti. La pista del terrorismo interno

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Killer spara sulla folla a Las Vegas, 59 morti e oltre 500 feriti. La pista del terrorismo interno

03 Ottobre 2017

Il presidente americano Donald Trump ha espresso “le condoglianze più sentite” alle famiglie delle vittime della sparatoria della notte scorsa a Las Vegas, dove un uomo di 64 anni, Stephen Paddock, ha aperto il fuoco sulla folla che partecipava a un festival di musica country uccidendo almeno 59 persone e ferendone oltre 500. L’attentatore ha sparato sul pubblico dalle finestre della stanza che aveva occupato al 32esimo piano del Mandalay Bay Hotel, poi si è ucciso. Sarah Sanders, portavoce della Casa Bianca, ha fatto sapere che il presidente “è aggiornato sull’orribile tragedia” e la Casa Bianca “sta monitorando la situazione da vicino e sta offrendo sostegno alle autorità locali e statali”.

Si tratta della peggiore sparatoria della storia americana, peggiore di quella avvenuta tra l’11 e il 12 giugno 2016 a Orlando, in Florida, quando un jihadista uccise 49 persone in un night club frequentato da omosessuali. L’abitazione dell’uomo è stata perquisita. La polizia cerca la sua auto, considerate di “interesse” per le indagini. Paddock, secondo le autorità locali, non aveva trascorsi criminali. La polizia ritiene che la madre del killer potrebbe avere informazioni sull’attentatore, ma non l’accusa di coinvolgimento nella strage. Nei minuti successivi alla sparatoria, ci sono state scene di panico, con centinaia di persone che hanno cercato riparo negli alberghi vicini: nei video, si vede la gente che fugge spaventata, a piedi e urlando e chiedendo cosa succeda. In molte foto si vedono persone a terra, coperte di sangue. 

La pista più quotata al momento è quella del terrorismo interno, ma stando a un comunicato trasmesso da Amaq, l’agenzia stampa dello Stato islamico, l’Isis avrebbe rivendicato l’attentato dicendo che il killer era uno dei suoi “soldati” convertito all’Islam “mesi fa”. Il legame con il radicalismo islamico è però ancora tutto da verificare. Il video della rivendiacazione sembra avere delle anomalie tra cui, per esempio, la mancanza di riferimenti precisi all’identità dell’attentatore. Le prossime ore saranno decisive per capire se l’artefice del massacro era un “lupo solitario” affetto da disturbi psichici, come ipotizzano gli inquirenti, o un militante jihadista.