Kyenge, Europa condanna Lega. La solita Ue intempestiva
05 Agosto 2013
di redazione
"Sono rattristata nel vedere che il ministro è stato obiettivo di commenti razzisti incredibilmente offensivi e ingiustificabili", ha detto il commissario Ue Cecilia Malstrom all’Ansa, "Ho un enorme rispetto per il modo in cui affronta tali attacchi". Dopo le scuse del sindaco Tosi al ministro Kyenge sembrava pace fatta ma c’è sempre un euroburocrate che deve intromettersi, per di più al momento meno opportuno. La polemica tra Kyenge e i vertici della Lega ieri sembrava essere rientrata, con Flavio Tosi, appunto, che alla African Summer School di Verona ha chiesto formalmente scusa al ministro. Idem il governatore leghista Zaia che oggi dice "dobbiamo rispetto, abbiamo chiesto scusa per le recenti offese". Ma alla Malstrom non basta o forse non se n’è accorta. "La dignità di Kyenge, serenità ed intelligenza sono davvero impressionanti. Sostengo il suo lavoro ed il suo impegno per i diritti dei migranti e spero che la sua nomina possa essere un passo avanti per l’Italia. Incoraggio dibattiti aperti basati su dati di fatto e conoscenza, e condotti in uno spirito di rispetto reciproco. E come lo stesso ministro Kyenge ha detto, spero che possiamo vedere un dibattito rispettoso su questi argomenti in Italia", ha aggiunto Malstrom. Nel nostro piccolo, avevamo apprezzato anche noi il "soft power" con cui il ministro aveva deciso di rispondere agli attacchi e agli insulti di amministratori e base leghista, notando però che negli ultimi giorni la strategia di Kyenge tendeva a cambiare, per esempio con il rifiuto di partecipare alla festa della Lega a Milano Marittima. Tutti d’accordo sul "dibattito rispettoso" evocato dalla Malstrom, dunque, ma in questo rispetto è possibile far rientrare quanto detto oggi da Zaia, "non abbiamo nulla da condividere sullo ius soli" e ancora "il ministro deve ammettere che ci sono dei cittadini, i nostri, che hanno diritto a delle risposte, ad esempio sulla sicurezza", oppure anche questo, per il commissario Malstrom, è un passo indietro per l’Italia?