Kyenge, ius soli diventa “temperato” e il ministro più diplomatico
12 Luglio 2013
di redazione
Il ministro Kyenge pensava di lanciare subito un provvedimento sullo Ius soli, poi ha capito che il tema è spinoso assai e così ora parla di "ius soli temperato" per i figli degli immigrati nati in Italia, rilanciando una versione light della ‘nuova cittadinanza’. "La mia posizione personale e la mia proposta di legge da deputata era quella di uno ius soli temperato, che è l’unica forma presente nella Ue", dice, con l’idea di coniugare il diritto alla cittadinanza dei figli di stranieri nati in Italia, con la necessità di un certo livello di integrazione. Diplomaticamente, Kyenge suggerisce che non voleva "imporre un modello" ma "suscitare un dibattito nel Paese per adattare la normativa alla realtà italiana di oggi". Ieri il ministro si era anche posto un altro problema: abolire il reato di clandestinità? "Bisogna valutare qual è la sua utilità", la risposta, "i costi-benefici per il Paese". Nessuna imposizione, dunque, niente leggi calate dall’alto del parlamento su un fenomeno come quello migratorio che prima di ogni decisione presupporebbe la condivisione tra soggetti assai diversi della società. Se quindi si tratta di dialogare, riconoscendo le posizioni reciproche in cerca di una sintesi, le tesi e le parole del ministro sono benvenute. Certo non si capisce bene quale sarebbe il vantaggio di eliminare il reato di clandestinità.