Kyenge: “Non rispondo insulti. Non lasciatemi sola”. Aridaglie col “meticciato”

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Kyenge: “Non rispondo insulti. Non lasciatemi sola”. Aridaglie col “meticciato”

10 Giugno 2013

"E’ il paese che deve dare delle risposte ad una nuova fotografia: l’Italia è oggi un paese meticcio dove convivono tante culture, un paese dove convivono persone che vengono da tanti paesi". Aridaje. Il ministro Kyenge parla a Padova, nel liceo Cornaro, dove tempo fa erano apparse scritte razziste contro di lei, che i ragazzi stessi della scuola avevano subito cancellato. "Non ho mai risposto agli insulti, la risposta deve venire da 60 milioni di italiani", aggiunge Kyenge, riaprendo il fronte di polemica appena sospeso con la Lega Nord. E aggiunge "le forze dell’ordine non mi hanno mai lasciata sola e voglio ringraziarle", che ci mette davanti a un dubbio: si riferisce a qualcosa di concreto? Ci sono indagini in corso? C’è una protezione come obiettivo ‘sensibile’ del ministro oppure era una dimostrazione di affetto verso le forze dell’ordine? Ancora una volta, in realtà, Kyenge dice cose giuste e condivisibili ma pecca di unanimismo. E’ giusto dire che la "’inclusione è il motore dello sviluppo", che "il migrante oltre ad essere un contribuente col sul lavoro, è un consumatore per il quale il mercato e le imprese devono pensare perché genera una nuova domanda", come pure fa bene a ricordare che nei prossimi anni temi come la spesa pensionistica e il welfare in Italia non potranno essere affrontati senza il contributo, in alcuni casi determinante, del mondo della immigrazione. "I migranti nel lavoro – ha puntualizzato il ministro – offrono un contributo di 2,3 milioni, versano 8 miliardi di euro di contributi". Ma sul consenso tutto presunto che gli italiani riserverebbero allo ius soli, beh, il ministro ci permetterà di dissentire. Come pure quella parola, meticciato, che nelle ultime settimane il titolare del dicastero per la integrazione usa così spesso, è frutto di un postmodernismo che applicato a molte società occidentali per adesso ha prodotto (molto spesso) conflitti sociali e rigurgiti neo-tribali piuttosto che quella contribuzione delle forze vive del mondo migrante alla economia dei Paesi di adozione. La cittadinanza, insomma, ancora una volta non è né dovrebbe essere qualcosa di automatico.