Kyenge serve alla mensa ma è competizione nel Pd
26 Dicembre 2013
Ieri il ministro Cecile Kyenge ha servito il pranzo di Natale agli ospiti del Centro Astalli, accompagnata dalle figlie e, in disparte, dal marito. Il ministro ha indossato cuffia e guanti e ha riempito i piatti di chi mangiava alla mensa. Uno dei profughi l’ha ringraziata "per essere qui". Subito dopo Kyenge ha concesso una intervista a Radio Baobab, spiegando di aver voluto "mangiare quello che mangiano loro e soprattutto servirli. Una persona che siede nelle istituzioni deve dimostrare di essere tra la gente e servire gli altri". Successivamente, ha inviato un nuovo tweet rilanciando la questione dello ius soli, "2014 verso una nuova cittadinanza: chi nasce e/o cresce in Italia è italiano!", ha scritto. L’iniziativa era già stata annuncita, è senza dubbio encomiabile ma va inquadrata nella competizione che si è aperta nel Pd in questi giorni dopo il video choc nel Cie di Lampedusa, il reset dei vertici della struttura, le bocche cucite per protesta a Ponte Galeria. L’Unità ha titolato "Ministro Kyenge, sveglia", mentre il parlamentare Khalid Chaouki ha detto: "Le responsabilità politiche per quello che è successo a Lampedusa sono del governo, così non va". E ancora, "La ministra deve fare pressioni sul governo e dare risposte concrete agli immigrati e agli italiani. Alzi la voce su accoglienza, superamento dei Cie, abrogazione della Bossi-Fini e riforma della cittadinanza".