La battaglia di Ferrara non convince il Pdl
20 Febbraio 2008
Ancora poche ore e poi nel centrodestra il risiko delle alleanze dovrebbe essere concluso. Chiuso l’affaire Lombardo sul fronte Giuliano Ferrara ormai sembra chiaro che la scelta del PdL sarà quella di escludere alcun apparentamento con la lista “Pro-Life” e di dare il via libera alla candidatura di Giorgia Meloni a sindaco di Roma. Si avvia così il PdL a domare il ciclone Ferrara che da quasi una settimana sta tempestando il già caotico paesaggio del centrodestra. Prima Pierferdinando Casini e Francesco Storace, poi il direttore de “Il Foglio” con la sua idea di mettere in campo una lista elettorale a favore della vita e contro l’aborto hanno complicato alquanto la partita delle alleanze nello schieramento di centrodestra. Una proposta, quella di una lista a favore della vita, che Ferrara aveva lanciato lo scorso 12 febbraio con un’intervista a “Il Corriere della Sera” e che nei giorni successivi ha preso sempre più corpo. Fino all’ipotesi di presentare la lista solo in Lombardia e nel Lazio per il Senato ma apparentata con il simbolo del PdL. Senza dimenticare l’autocandidatura del giornalista a ministro della Salute.
Da allora un ping pong di dichiarazioni e contatti in cui ad un certo punto lo stesso Ferrara aveva annunciato che “l’apparentamento è cosa quasi fatta”. Prospettive che però non hanno riscontrato favore e grande sostegno tra i vertici del Partito della Libertà. Anzi a dire la verità fin dall’inizio nel PdL i toni sono stati alquanto freddi verso l’ipotesi di discesa in campo di Ferrara con una propria lista. Il primo a dettare la linea era stato proprio Silvio Berlusconi dal salotto di “Porta a Porta” escludendo apparentamenti. Da lui anzi era giunto l’appello affinché i temi dell’aborto rimanessero fuori dalla campagna elettorale, invitando così lo stesso Ferrara ad ammainare le bandiere “Pro-Life” confluendo nel PdL. Posizione condivisa anche da Gianfranco Fini che suggeriva al direttore de “Il Foglio” di “desistere dall’idea di presentare una lista collegata ad un tema drammatico come quello dell’aborto”. Chiusure che però parallelamente aprivano un altro orizzonte e cioè quello di una candidatura a sindaco di Roma per lo stesso Ferrara. Un’ipotesi che come lo stesso Fini precisava fino a ieri era maturata dalla considerazione che “Ferrara sarebbe un ottimo candidato a sindaco di Roma, e probabilmente sarebbe anche un ottimo sindaco. Ma spero che rinunci all’idea di una lista su una questione drammatica come l’aborto”. Invito che però lo stesso Ferrara non ha mai gradito rigettandolo e ribadendo che “corro per il Campidoglio solo se c’è l’apparentamento con il PdL”.
Muro contro muro che alla fine ha spinto sia il Cavaliere che Fini a premere il tasto reset azzerando tutto. Nessun apparentamento e nemmeno il compito di tentare l’assalto alla poltrona di sindaco della Capitale. Decisione sulla quale probabilmente hanno influito anche i sondaggi che ieri circolavano e davano alla Meloni un lusinghiero 37 per cento. Percentuale che fan ben sperare in vista di una campagna elettorale che sarà giocata sul fronte della gioventù, la Meloni ha solo trent’anni, e della novità. L’annuncio potrebbe giungere già oggi anche se ieri sera Gianni Alemanno si era affrettato a precisare che “non c’è nulla di definitivo sulla candidatura a sindaco ed a presidente della Provincia. Attendiamo che si chiarisca la situazione tra PdL e lista promossa da Giuliano Ferrara per prendere una decisione”.
Una brusca frenata più tattica che altro visto che poco prima da Forza Italia il coordinatore regionale del Lazio, Francesco Giro, aveva annunciato che “stiamo cercando di chiudere l’accordo per Giorgia Meloni al Campidoglio e per Alfredo Antoniozzi alla Provincia”. Tutti segnali che in effetti non smentiscono ma anzi rafforzano l’ipotesi che la partita si potrà concludere proprio oggi. Si attende solo la definizione degli ultimi dettagli e poi a Roma la campagna elettorale contro Veltroni-Rutelli potrà accendersi.