La Bce ha alterato le previsioni economiche? Per la Bce non è vero

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La Bce ha alterato le previsioni economiche? Per la Bce non è vero

La Bce ha alterato le previsioni economiche? Per la Bce non è vero

18 Agosto 2016

I verbali dell’ultima riunione della Banca centrale americana hanno portato gli investitori a posporre nuovamente il rialzo del costo del denaro: i governatori sono troppo divisi sulle prossime mosse. Cala la disoccupazione in Francia, inflazione Ue al +0,2% annuo

La BCE, nei verbali dell’ultima riunione dello scorso 21 luglio, in cui la Banca Centrale ha lasciato i tassi invariati: “La Brexit non ha alterato, almeno nel breve termine, le previsioni per l’economia o per l’inflazione dell’ UE ma ha comunque aumentato i rischi al ribasso. Anche se il risultato ha portato ad un significativo calo dei rendimenti dei titoli di Stato, nel complesso le conseguenze finora sono state meno marcate di quanto molti avevano previsto”.  

I membri della BCE hanno sottolineato che l’incertezza dopo il Referendum del Regno Unito è stata, in gran parte, di natura politica e per la mancanza di chiarezza circa il nuovo rapporto tra il Regno Unito e il resto dell’Unione Europea, dopo il referendum. 

I membri della BCE esortano a fare chiarezza, rivolgendo un “richiamo ai leader politici europei per contenere le incertezze che circondano l’uscita della Gran Bretagna dalla UE e di fornire una visione chiara sul cammino futuro della Unione Europea e del suo processo di integrazione.” L’inflazione è prevista in ulteriore aumento nei prossimi anni grazie ad una più forte domanda interna, migliori condizioni del mercato del lavoro un miglioramento della redditività delle imprese, sostenuta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria della BCE. Non poteva mancare un accenno al sistema bancario. 

La BCE ha ribadito la necessità da parte dei politici ad “intraprendere azioni a adottare misure per affrontare il problemi della scarsa profittabilità e delle restanti debolezze strutturali delle banche dell’Eurozona“.

I listini europei, reduci da una giornata di debolezza con Milano in maglia nera, riescono con fatica a rimbalzare anche grazie al recupero del petrolio. Piazza Affari, dopo alcuni passaggi in negativo, chiude in rialzo dello 0,88%. In cauto rialzo le altre Piazze europee: Franconforte segna +0,62%, Parigi sale dello 0,44% e Londra aggiunge lo 0,14%. Sul listino milanese si muove in rialzo Mediaset, sulle speranze di un nuovo accordo con Vivendi, e anche Rcs è bene intonata di nuovo sopra 1 euro di valore; debole invece il settore bancario. Lo spread tra Btp e Bund è poco mosso a 116 punti con un rendimento all’1,1%. L’euro consolida il rialzo dell’apertura e termina sopra quota 1,13 dollari, a 1,1328 dollari e 113,95 yen.

Il Regno Unito sorprende con un dato positivo per le vendite al dettaglio a luglio, quindi dopo il referendum sul divorzio dalla Ue: sono cresciute dell’1,4% mensile e del 5,9% su anno. A luglio l’inflazione annua dell’Eurozona è stata confermata da Eurostat allo 0,2%, in risalita dallo 0,1% di giugno. Stesso tasso per la Ue. Da segnalare il calo del tasso di disoccupazione in Francia, che si era stabilizzato all’inizio di quest’anno, ed è sceso di 0,3 punti nel secondo trimestre, al 9,6% della forza lavoro metropolitana e al 9,9% nell’intero Paese.