La BCE rastrella il debito italiano e spagnolo e Tremonti blinda la manovra

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La BCE rastrella il debito italiano e spagnolo e Tremonti blinda la manovra

12 Luglio 2011

Una domanda corre per tutta l’Europa: l’Italia reggerà o non reggerà all’urto della speculazione e ai dubbi dei mercati internazionali sulla sostenibilità dei suoi conti pubblici e del suo debito? La borsa di Milano è arrivata oggi a perdere il 5%, per poi risalire incerta. Anche l’euro ha sofferto in conseguenza dello stato dei conti pubblici italiani. Il ministro delle finanze italiano, Giulio Tremonti, appena tornato dalla riunione Ecofin di Bruxelles, ha in programma un vertice con i leader delle opposizioni (Pd, Idv e Udc). Vertice facilitato anche dalla sollecitazione del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il quale aveva esplicitamente invitato le opposizioni a non darsi a pratiche ostruzionistiche sulla manovra in corso.

Lo scenario più probabile è quello di una blindatura parlamentare della manovra da 40 miliardi di euro con la quale il governo italiano vorrebbe raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. I mercati, dopo alcune ore di profonda incertezza, sembrano dare fiducia al piano italiano, pur in un contesto di profonda volatilità aggravata in mattinata dalle previsioni di crescita al ribasso per l’economia giapponese e per il dato di recessione economica del Portogallo. Una delle ragioni per la rinnovata fiducia dei mercati sul piano di rientro dell’Italia e per i titoli di debito Spagna, come suggerisce il giornale spagnolo La Razon, potrebbe essere il risultato di un certo attivismo della Banca Centrale Europea (BCE) la quale starebbe rastrellando sui mercati internazionali titoli di debito italiano e spagnolo. Con il debito più grande d’Europa, l’Italia vive insomma il suo momento della verità e con essa tutta l’Europa mediterranea.

Giulio Tremonti ha spiegato agli altri ministri delle finanze europei, compreso ovviamente il ministro delle finanze tedesco Wolfgang  Schäuble (il vero detentore della ‘borsa’ europea’), la portata della manovra. Schäuble ha in uscita dall’Ecofin dichiarato che la manovra italiana merita fiducia. Con un debito sovrano pari al 120 % del PIL, esprimibile in valore ‘assoluto’ nella cifra indicibile di 1.589 bilioni di euro, l’Italia è sotto stretto monitoraggio da parte dei mercati mondiali e degli organismi economici europei.

Per anni era passata l’idea, tanto sui mercati internazionali che nelle maggiori cancellerie europee, che l’Italia non fosse un membro titolato nel club dei PIGS, grazie anche all’alta propensione degli italiani al risparmio privato, un comportamento economico tale compensare il forte indebitamento dello stato italiano. E tuttavia, secondo alcuni analisti internazionali, il rischio potrebbe essere più vicino. Si ricorderanno i tentativi del ministro Giulio Tremonti di far passare su scala europea una riparametrizzazione del rapporto debito/PIL, ove nel computo del debito rientrasse grosso modo anche il risparmio privato dei cittadini e dei soggetti giuridici soggetti alla sovranità fiscale di ogni Stato.

Con un’immagine pubblica impigliata nel caso Milanese, la situazione si fa ora più dura. Una delle prime conseguenze dell’aggressione finanziaria e della mancanza di fiducia nei confronti dell’Italia è che d’ora in poi l’acquisto del rifinanziamento del debito sovrano italiano con l’emissione di nuovi titoli di debito pubblico costerà molto di più di quanto non costasse in precedenza. Per intenderci: per fare in modo che gli acquirenti di debito pubblico acquistino il nostro debito, l’Italia sarà costretta a promettere una più alta remunerazione dell’investimento. E’ il ragionamento di alcuni operatori internazionali delle agenzie di rating. L’istabilità politica, una politica di austerità nelle finanze pubbliche accompagnata da quella che molti operatori economici considerano una crescita insufficiente, sono aspetti che costituiscono il contesto politico da scongiurare per chi cerca stabilità.

Con il rischio implosione PIGS nei mesi scorsi, l’Europa pur con qualche rimostranza da parte tedesca e malgrado le incapacità politiche e di governance dimostrate, aveva tenuto il colpo. Qualora l’Italia non riuscisse a rifinanziare degnamente il suo debito (questo il rischio che l’Italia corre), il sistema monetario europeo potrebbe subire un colpo duro. Secondo il Wall Street Journal, qualora l’Italia non riuscisse autonomamente a finanziare il suo debito, l’Europa avrebbe difficoltà a raccogliere le risorse necessarie. Questo metterebbe la BCE nella posizione di essere l’unico attore in grado di agire, attraverso nuova emissione di moneta, a tendenze inflazionistiche (esattamente il contrario di ciò che per statuto la BCE dovrebbe fare). L’Italia è la terza economia europea e la seconda manifattura d’Europa. Un rischio che nessuno vuole correre e che spiega le esternazioni di sostegno rese pubbliche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale ha tenuto a precisare che la manovra italiana presentata dal ministro delle finanze Giulio Tremonti deve “mandare un segnale di impegno alla consolidazione e alla lotta al debito.”

L’adagio clintoniano “it’s the economy, stupid!”, si è trasformato nostro malgrado in “it’s the debt, stupid!”, come ha suggerito il Financial Times in uno dei suoi video online. All’Italia non resta che battere un colpo e reagire.