La Blackwater non deve uscire dall’Iraq
24 Settembre 2007
di redazione
Nuovi sviluppi, dopo la richiesta da parte del Primo Ministro iracheno, Nouri al-Maliki che aveva auspicato la cacciata della compagnia di sicurezza privata americana “Blackwater”.
A seguito della letale sparatoria del 16 settembre scorso, arrivano le dichiarazioni di un portavoce della sicurezza irachena, Il quale riconosce alla Blackwater il merito di proteggere le ambasciate straniere e prevede un “vuoto di sicurezza” in caso di espulsione dei mercenari Usa.
“Se mandiamo questa compagnia fuori dall’Iraq immediatamente si creerà un vuoto di sicurezza che ci costringerà a richiamare le nostre truppe dai campi di combattimento per mettersi a proteggere questi istituti”, ha dichiarato sabato scorso Tahseen Sheikhly che poi ha aggiunto: “questo causerebbe un grave sbilanciamento della situazione di sicurezza”.
La Balckwatrer conta circa 1.000 uomini attivi a Baghdad, i quali costituiscono una compagine armata non indifferente. Questo tipo di compagnie di sicurezza svolgono un lavoro che le normali truppe americane o irachene non possono portare avanti. Oltre alla protezione delle ambasciate, infatti, le compagnie di sicurezza private proteggono politici e diplomatici stranieri, oltre che il personale delle organizzazioni umanitarie.