La “bussola” del credito in Basilicata e Calabria? Le banche popolari
12 Maggio 2010
L’ultima inchiesta sulla fiducia delle imprese manifatturiere elaborata dall’ISAE (Istituto di Studi ed Analisi Economica) mostra per il mese di aprile un miglioramento dei giudizi delle aziende. Tuttavia, a livello territoriale emergono differenze rilevanti. Risposte positive provengono dagli imprenditori del Centro e del Nord del Paese, mentre nel Mezzogiorno i risultati dell’indagine sottolineano ancora il persistere di situazioni di difficoltà.
Nel corso di questa travagliata crisi economica, le regioni dell’Italia meridionale, più di tutte le altre della penisola, hanno risentito degli effetti determinati dalla progressiva stagnazione del ciclo produttivo. Ciò si spiega con una fragilità del sistema produttivo che da sempre contraddistingue il Mezzogiorno rispetto alle altre zone del Paese. Nell’economia dell’area, ancora oggi l’agricoltura rappresenta un settore importante che occupa quasi l’8% dei lavoratori, il doppio di quanto si registra a livello nazionale. Inoltre, anche in termini di valore aggiunto, il settore agricolo presenta un’incidenza superiore sulla ricchezza economica prodotta dall’area di quanto avvenga nel resto del paese.
In particolare, le regioni nelle quali il peso dell’agricoltura nell’economia domestica risulta maggiore sono la Calabria e la Basilicata, dove la quota di valore aggiunto prodotta dal settore primario rappresenta circa il 5%. Le due regioni, infatti, concorrono per il 7% al valore aggiunto del settore a livello nazionale, mentre il contributo che forniscono alla ricchezza complessiva del Paese (comprendendo quindi l’industria e i servizi) scende sotto il 3%.
In questa area, le Banche Popolari hanno svolto storicamente e tuttora svolgono un ruolo primario per il tessuto produttivo e sociale. Negli ultimi 80 anni le Banche Popolari nate nel Mezzogiorno sono state più di 60, di cui 13 in Calabria e Basilicata.
Una tale significativa vicinanza del Credito Popolare verso le realtà produttive locali, abbinata ad una capillare conoscenza della realtà economica di questi territori, hanno permesso alle Banche Popolari di assumere il ruolo di reali protagoniste nel sostegno al tessuto economico locale, di sviluppare un rapporto privilegiato di conoscenza reciproca con imprenditori e famiglie e la capacità di intervenire con prontezza ed efficacia per fornire risposte tangibili alle loro esigenze. Una speranza concreta di ossigeno per le piccole realtà produttive, che hanno la necessità di riprendere fiducia nelle loro attività economiche e di poter contare su intermediari con una forte vocazione localistica ben radicata sul territorio.
La mission originaria che ha portato allo sviluppo delle Banche Popolari, ossia l’esigenza di facilitare l’accesso al credito anche nelle aree più svantaggiate, rappresenta la migliore spiegazione della presenza del Credito Popolare in Calabria e Basilicata, che con oltre 320 sportelli copre attualmente una quota di mercato del 41,2%, con quasi uno sportello su due in tali regioni riconducibile ad istituti della Categoria.
Un’attenzione costante cresciuta negli anni, come dimostra l’andamento dei prestiti nel periodo che va dal 1996 al 2009, con gli impieghi destinati dalle Popolari alle PMI lucane e calabre cresciuti del 300% e quelli destinati a tutte le imprese del 400%. Un impegno sempre più rilevante accompagnato, anche, da una migliore e più efficiente allocazione del credito sia per la totalità delle imprese e sia per le PMI.
Una invidiabile continuità che ha portato nel 2009 la quota di mercato degli impieghi delle Banche Popolari nelle due regioni al 28,1% per le imprese, e al 29,4% per le PMI. Dati particolarmente significativi ai quali si accompagna quello relativo ai depositi delle famiglie, di cui quasi la metà è riferibile a clienti del Credito Popolare.
Non c’è ombra di dubbio, quindi, che il rilancio dell’economia in quest’area del Paese, passerà attraverso la sinergia fra realtà economiche locali e Banche del Territorio come le Popolari, in grado di espandere il volume del credito in misura tale da assicurare il rafforzamento del tessuto produttivo, ponendo le premesse per una più stabile ripresa dell’economia.
* Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari