La camorra può ucciderti in un bar tra l’indifferenza rassegnata della gente

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La camorra può ucciderti in un bar tra l’indifferenza rassegnata della gente

Caro Paolo,

sono ancora sconvolto dal video che riprende l’uccisione di stampo camorrista avvenuta a Napoli . Al di là del disgusto che provoca vedere la morte di una persona per mano di un altro, il clima che fa da sfondo ad un fatto del genere è da fantascienza, a dir poco “distopico”. Sembra provenire da un’altra geniale “prolessi” tipo 1984, in cui il mondo è talmente cambiato da obbligare le persone al più estremo personalismo per sopravvivere. Purtroppo tutto ciò è reale, ed è avvenuto nella mia nazione, una nazione democratica , non una del terzo mondo fuori dalla civiltà.

L’indifferenza più completa attorno ad una esecuzione vera e propria, consumata alle porte di un bar, con diverse persone dentro, molte  delle quali si allontanano frettolosamente senza accertarsi delle condizioni dell’uomo o chiamare aiuto. Nessuna scossa isterica, niente.  Rassegnazione. Non ho altre parole per definire la reazione ad una realtà del genere che porta addirittura a soffocare i più istintivi gesti dell’uomo. La paura, il terrore per quanto accade quotidianamente , sono talmente penetrati nelle teste di queste persone da costringerle a trasformarsi in bestie.

Non mi sento di giudicare questi atteggiamenti, ne prendo solamente atto . Ci sono zone afflitte da tumori, come ci testimonia questo video. Ricercarne le origini, le cause risulta impossibile e inutile. Ma ignorane gli effetti è veramente preoccupante. Bisogna fare qualcosa. Non si possono pretendere atti di eroismo dalle persone per sconfiggerlo. Se questo cancro è così forte è perché si è diffuso capillarmente, e quindi ogni persona che ha a cuore i suoi cari, ci pensa più volte prima di fare qualcosa che non assecondi i piani delle “mafie”.  Ma una scena del genere va contro ogni principio umano prima ancora che democratico. E qualcosa si dovrà pur fare per evitare che ci siano tutti i giorni.

Se all’estero ci dipingono come “mafiosi”, abbiamo la coscienza a posto?