La cassa integrazione ai massimi livelli è sintomo delle difficoltà della Puglia

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La cassa integrazione ai massimi livelli è sintomo delle difficoltà della Puglia

12 Gennaio 2011

"La disoccupazione attanaglia la Puglia come il resto d’Italia ma qui il ricor­so alla tassa integrazione sta diventando una prassi consolidata". Lo dice Aldo Pugliese, segretario genera­le Uil, indicando quelli che sono gli ultimi dati relativi al­l’utilizzo di quest’ammortiz­zatore sociale.

Scorrendo i dati si può facilmente intuire come il ricorso alla cassa integrazione ordinaria sia notevolmente diminuito passando da circa 113 milioni di ore nel 2008 a quasi 580 milioni nel 2009 a 341 milioni di ore nel 2010. La cosa cam­bia invece quando si passa ad analizzare quella straordi­naria.

Qui il ricorso è passa­to da 86 milioni di ore nel 2008 a quasi 216 milioni l’anno successivo, a più del doppio nel 2010. Quella in deroga è anch’essa aumen­tata partendo da un totale di quasi 28 milioni di ore nel 2008 a quasi 122 milioni di ore nel 2009 a ben 373 mi­lioni di ore autorizzate nel­l’ultimo anno. E in Puglia?

Anche qui il ricorso alla cassa integrazione ordinaria è diminuito passando da 9 mi­lioni di ore nel 2008 a 27 mi­lioni nel 2009 a 17 milioni nel 2010. Quella straordinaria nella nostra regione è pas­sata invece da 3 milioni, a 7 milioni per arrivare addirittura a 29 milioni di ore nel 2010. Quella in deroga inve­ce è cresciuta anch’essa passando da 2 milioni di ore a 6 milioni sino a 21 milioni.

A Bari anche se in manie­ra ridotta i dati sono i me­desimi. Con 4 aziende in stato di crisi accertata si parte da quella ordinaria per 3 milioni di ore nel 2008, qua­si 9 milioni nel 2009 e 6 mi­lioni e mezzo di ore nel 2010. Quella straordinaria va da quasi 2 milioni di ore nel 2008, a 3 milioni nel 2009 a quasi 10 milioni nel 2010. Quella in deroga passa da 648 mila ore, a 2 milioni di ore sino a quasi 13 milioni.

Altri dati pugliesi riguarda­no il tasso di disoccupazione passato dal 10,8% nel 2008 al 12,2 del 2010. Quella fem­minile si attesta al 14% e quella maschile all’11,2 per non parlare di quella giova­nile passata dal 30 al 35%. Sul lavoro nero Taranto e Lecce primeggiano in Pu­glia con percentuali che van­no dal 55 al 53% delle azien­de ispezionate. Un quadro insomma tut­t’altro che roseo.

(tratto da BariSera)