“La coalizione ha il vento in poppa ma per vincere serve la lista unica”

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“La coalizione ha il vento in poppa ma per vincere serve la lista unica”

Il raduno della Lega a Pontida, il meeting di Forza Italia a Fiuggi, la Festa di Idea a Matera. Gaetano Quagliariello, senatore di Idea, come legge questi eventi? 

Il centrodestra è sicuramente vivace e ha il vento in poppa.

Ma…

Il problema è che il vento in poppa dipende più dai guai degli altri che dalla capacità e dal lavoro delle forze di centrodestra. Il M5S sconta la sindrome di Roma. La sinistra è allo sbando. Ebbene, il centrodestra dovrebbe saper trasformare una opportunità che deriva dagli errori degli altri in una ipotesi di governo. 

Non sembra molto convinto che il centrodestra sappia sfruttare questa opportunità…

Dico che per trasformare una non sconfitta in vittoria il centrodestra dovrebbe dotarsi di un programma in comune, di regole per stare insieme, di una classe dirigente che si assuma la responsabilità di governo. Abbiamo sei mesi di tempo per riuscirci. 

Berlusconi a Fiuggi ha rivendicato la paternità del centrodestra. Forza Italia è sempre il motore della coalizione?

Il cuore del centrodestra non è più il mondo moderato come è stato in passato. Anzi, il tema non è mobilitare i moderati, che sono i più arrabbiati e i più colpiti dalla crisi. 

Sta dicendo che al centrodestra non serve una gamba moderata?

Oggi, il cuore del centrodestra è un luogo dove si incontrano le culture liberali, popolari, conservatrici che sappiano confrontarsi sulla nuova agenda politica del ventunesimo secolo. L’agenda è profondamente cambiata. Chi immaginava pochi anni fa che l’immigrazione sarebbe diventato un tema dominante? Chi pensava che il Paese si sarebbe diviso sui vaccini o sul confine tra la vita e la morte? Il centrodestra va ricreato e lo conquista chi sa rispondere a queste domande. Rendite di posizione non ce ne sono più. 

Lei dice che il cuore del centrodestra non è più il mondo moderato. Ma i toni di Salvini, anche ieri molto duri nei confronti della magistratura a proposito dei conti bloccati, possono essere la risposta? 

Sulla vicenda dei conti Salvini nella sostanza ha ragione. C’è un problema di democrazia. Sono distante mille miglia dalla Lega ma non si possono bloccare i fondi di un partito politico alla vigilia delle elezioni. Mi sarei aspettato una reazione anche dagli avversari della Lega e mi hanno molto colpito le parole di Renzi. 

E il Salvini che parla di immigrazione le piace?

I toni non mi piacciono ma non dimentichiamo cosa era la Lega in passato. Si parlava di secessione, di dio Po, di parlamento padano. C’erano le camicie verdi. Oggi tutto questo non c’è più. 

Eppure l’unità del centrodestra è tutt’altro che scontata. 

L’unità del centrodestra è l’unico piano di salvezza per il Paese. O il centrodestra si unisce e arriva al 40 per cento o il Paese piomberà nell’anarchia. Alternative non ce ne sono. Neanche le larghe intese. 

Il centrodestra unito coincide con il listone?

Se la legge elettorale non cambia, il listone è un obbligo. I sondaggi danno il centrodestra al 36 per cento, chi si assume la responsabilità di non provare ad arrivare al 40? 

Oltre a FI, Lega e FdI, c’è spazio per un quarto petalo?

Se il quarto petalo serve per facilitare l’unità del centrodestra, ci saremo. Se è un giochetto per cercare di avere un piccolo spazio in più, senza nessuna ambizione di carattere politico e ideale, abbiamo già dato. 

Berlusconi a Fiuggi ha attaccato il M5S, ha preso le distanze dalla Lega ma non ha mai citato PD, Renzi e Gentiloni. Una dimenticanza?

E’ una domanda che attiene alla psicologia della politica. Ma provo a rispondere, dicendo che è da tempo che Berlusconi non si fida più di Renzi, come la gran parte degli italiani. Su Gentiloni, invece, il suo giudizio è diversificato. 

Di Maio leader?

Il M5S è sempre rimasto fuori dal campo e ha sfruttato gli autogol degli avversari. Quando è sceso in campo, come a Livorno, Roma e Torino, hanno capito che le speranze riposte in loro erano una grande illusione. Di Maio candidato alla premiership è la sintesi di questa illusione. 

(Tratto da Il Mattino, intervista di Paolo Mainiero)