La comicità antitrumpista tra volgarità e violenza

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La comicità antitrumpista tra volgarità e violenza

05 Giugno 2017

A poche ore di distanza dall’attacco terroristico di Londra il presidente Trump, con un tweet, ha chiesto maggiore sicurezza facendo riferimento al suo Travel Ban. Inspiegabili sono state le reazioni violente di tanti personaggi pubblici per lo più del mondo americano. Si sono rincorsi per ore commenti pieni di acrimonia per un mero messaggio in cui presidente degli Stati Uniti chiede l’aggiornamento delle misure di sicurezza

Tra tutti ha colpito in particolare quello di Reza Aslan, scrittore e conduttore della CNN – noto per la sua avversione a Trump – che, mezz’ora più tardi il Tweet del presidente, ha scritto: “Questo pezzo di merda non è solo un motivo di imbarazzo per americani e una macchia sulla presidenza. E’ una vergogna per l’umanità”. 

E non si tratta certo dell’ultima reazione sopra le righe destinata a colpire Donald Trump. Qualche giorno fa, per esempio, Bill Maher, comico e presentatore Tv noto per essere un feroce critico della prima ora del Don, nel corso di un’intervista nella sua trasmissione al senatore repubblicano Ben Sasse, si è lasciato andare a commenti razzisti. Maher, infatti, ha utilizzato quella che in America è stata battezzata come ‘N-word’: parola che può essere usata per marcare una differenza identitaria, nel nome di quella uguaglianza che è stata eletta valore assoluto dal pensiero liberal

Il mese scorso, invece, Stephen Colbert, comico del Late Show, si era abbandonato ad un commento volgare e omofobico su Trump e Putin. Un vero e proprio affronto agli omosessuali, alla faccia dell’uguagliganza di sinistra. Per non parlare, poi, della decapitazione in stile Isis del presidente per mano della presentatrice Griffin , licenziata dopo qualche ora dalla CNN per via del polverone di polemiche sollevato dagli spettatori. 

Un insulto razzista. Una battuta omofobica. Una finta decapitazione. Non è un buon momento per la comicità americana – che nutre profonda avversione nel presidente – che sta dimostrando una completa incapacità di satira o sarcasmo equilibrati e “puliti”. Qua e là si notano solo reazioni isteriche. Gli autori di questi comici farebbero bene a dare una spolverata ad un repertorio che racconta, piuttosto, come a diffondere odio siano loro e non il presidente eletto.