La comunità internazionale continui la mobilitazione per Sakineh

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La comunità internazionale continui la mobilitazione per Sakineh

06 Novembre 2010

La comunità internazionale non deve fermare la propria mobilitazione davanti alle presunte rassicurazioni che arrivano dalle autorità iraniane sulla sorte di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, ma deve continuare a prendere su di sé la responsabilità di fermare l’esecuzione di questa donna, non solo perché siamo contrari alla pena di morte, ma anche perché si tratta di una condanna in base a leggi di onore che repellono la coscienza democratica e umanitaria che caratterizza i nostri ordinamenti.

E’ inoltre necessario che i governi europei si attivino per ottenere informazioni anche su Javid Hutan Kian, l’avvocato di Sakineh, e su suo figlio Sajjad Ghaderzadeh, entrambi incarcerati da tempo con la tipica e pretestuosa accusa di aver ‘interagito con elementi controrivoluzionari con base all’estero’.
Sakineh da oltre quattro anni è detenuta nel carcere di Tabriz, dove sono recluse altre donne in attesa di esecuzione per il reato di adulterio, tra loro anche minorenni. Chiedere oggi la liberazione di Sakineh significa intercedere per ogni donna che rischia di subire la stessa ingiusta e disumana sorte in base a una legge barbarica. Significa anche prendere una posizione netta contro la pena di morte, considerato che l’Iran, solo nel 2010, ha messo in atto oltre 210 esecuzioni ed è quindi secondo solo alla Cina in questa macabra classifica.

Ad oggi, chiunque in Iran si è battuto per salvare Sakineh è stato imprigionato. Oltre al figlio e all’avvocato, anche due giornalisti tedeschi che hanno intervistato l’avvocato Hutan Kian il mese scorso e persino, proprio in questi giorni, il legale che li difendeva. Respingiamo il pretestuoso argomento secondo cui il caso di Sakineh è stato solo una scusa per una mobilitazione internazionale contro l’Iran. La sua condanna è invece la prova della crudeltà di un regime che viola tutti i diritti umani, perseguita le donne e impicca gli omosessuali.

Il nostro Paese è stato da subito in prima linea per salvare la vita di Sakineh e ce lo ricorda ogni giorno il grande manifesto con il suo volto sulla facciata di palazzo Chigi. Ma la mobilitazione internazionale deve essere ancora più forte ora, dato il cinismo di questo regime”. 

Fiamma Nirenstein (Pdl) è vicepresidente della Commissione Esteri della Camera.