La Cooperazione tra Banche Popolari esempio di democrazia economica

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La Cooperazione tra Banche Popolari esempio di democrazia economica

La Cooperazione tra Banche Popolari esempio di democrazia economica

01 Giugno 2010

Il 2012 Anno Internazionale delle Cooperative ed uno sguardo d’insieme sull’andamento e sulle prospettive dell’economia italiana e sui principi di responsabilità sociale del Credito Popolare. Questi, in sintesi, gli argomenti che vengono affrontati dalla rivista “Credito Popolare”, la pubblicazione quadrimestrale dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari. I contributi analizzano dettagliatamente le problematiche dell’economia reale, con uno sguardo particolare a quelle relative al mercato del credito, un settore che, ancora, è chiamato a sostenere le imprese e le famiglie.

Come riportato nel primo numero dell’anno della rivista, il respiro internazionale della Cooperazione Bancaria sta conoscendo in questi anni una profonda diffusione, tanto è vero che molti Paesi in tutto il mondo stanno riscoprendo e riaffermando i valori della cooperazione e della solidarietà. Infatti, la Cooperazione Bancaria mondiale è impegnata in un ruolo di primo piano nel sistema economico internazionale, declinandosi come un movimento che, in modi differenti e nei diversi contesti socio-economici in cui si è sviluppato, si è dimostrato saldamente ancorato ai suoi principi ispiratori di partecipazione diffusa e di democrazia economica. Un ruolo ampiamente riconosciuto dalla stampa internazionale, che ha dedicato articoli e focus di approfondimento a questa realtà, capace di mantenere l’ideale equilibrio tra un’approfondita conoscenza delle realtà locali con una visione economica di lungo periodo.

Un modello di efficienza sottolineato anche nella recente IV Convention sulle Banche Cooperative Europee, tenutasi nel mese di aprile presso il Parlamento Europeo a Bruxelles, in cui si è ampiamente discusso del contributo che il modello di banca rappresentato dal credito cooperativo, offre per sostenere l’economia europea. Nella rivista sono presenti gli interventi degli esponenti economici ed istituzionali partecipanti alla Convention, che hanno sottolineato come la crisi finanziaria abbia finito inevitabilmente per evidenziare l’assoluta necessità di migliorare i meccanismi di controllo all’interno delle banche, cambiamenti che, tuttavia, riguarderebbero in misura minore gli Istituti della Cooperazione Bancaria, che dispongono di una solida ed equilibrata struttura di corporate governance, dovuta alla proprietà realmente diffusa fra i soci. È inoltre emerso l’auspicio che l’introduzione di elementi anticiclici che permettano alle banche di sostenere l’economia nei periodi di crisi, non si traduca in una ulteriore serie di disposizioni restrittive in materia creditizia.

Una struttura che comprende valori del Credito Popolare, come la cooperazione e la solidarietà, legati alla relazione con gli individui, alla fiducia nella persona e per la persona. Un modello decisamente attuale perché non prescinde dalla realtà di cui è espressione, ma è in grado di rispondere, ancora oggi, a bisogni sociali profondi: quelli di una umanizzazione del capitalismo e quelli di una sua reale e maggiore sostenibilità.

Ampio risalto viene poi dato ai risultati raggiunti dalle Banche Popolari nel corso del 2009, con un aumento della diffusione delle Banche Popolari sul territorio, che ha portato la quota di mercato a raggiungere il 28%. Una dinamica sostenuta anche dai numeri positivi dei dati patrimoniali che indicano una crescita generalizzata dell’incidenza delle Banche Popolari nelle diverse aree del Paese. Infatti, la quota di mercato degli impieghi del Credito Popolare al settore imprese è salita in dodici mesi di quasi un punto percentuale, raggiungendo il 25,1%, ed anche per le PMI i dati indicano un aumento del peso degli affidamenti, che hanno portato il valore nazionale della quota di mercato al 26,3%. Anche i depositi delle famiglie hanno registrato una significativa crescita dell’aggregato per le Popolari, con un aumento della quota di mercato di circa 3 punti percentuali, portando il dato ben oltre il 24%.

Una crescita non soltanto relativa all’ambito prettamente economico ma, come sottolineato dalle pagine di “Credito Popolare” anche alle attività relative alla sfera sociale ed ambientale della banca e della comunità; le attività sono associate ai “doveri” dell’Istituto e intese come parte integrante dell’agire di impresa, in risposta alle esigenze ed alle attese di tutti i portatori di interessi, che trovano nel sistema di governo delle Banche Popolari, una rappresentazione reale e diretta. Lo sviluppo dell’attività creditizia acquisisce un ruolo fondamentale nel consolidare e favorire le relazioni e la fiducia con le piccole e medie imprese e le famiglie e il modello del relationship banking, abbinato al localismo, contribuisce allo sviluppo di quei legami fiduciari ed ai valori di civismo e cooperazione che contraddistinguono le comunità locali.

* Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari