La crisi della società politica Italiana e la soluzione tecnica
21 Febbraio 2012
E’ vero, l’Italia ha avuto altri governi tecnici, ma nessuno prima di questo era stato percepito dall’opinione pubblica come abdicazione della politica al governo del Paese. E’ impressione largamente diffusa che la nostra classe politica abbia fallito su due fronti fondamentali: il primo su quello della credibilità, il secondo su quello dell’affidabilità. E’ opinione condivisa da molti studiosi che il panorama politico di un paese democratico sia anche l’espressione della società che rappresenta, incarnandone pregi e difetti. La realtà percepita dal cittadino comune che vive all’interno del sistema Italia è che se non giochi nella squadra dei furbi, fai parte di quella dei fessi. Proviamo a fare un semplice parallelismo tra la Politica e lo sport nazionale, il calcio. Nel calcio come in politica l’imperativo categorico è prevalere sull’avversario a qualsiasi costo, inseguire la vittoria con ogni mezzo necessario, a volte ricorrendo al cosiddetto “mestiere”, o a provocazioni, o a simulazioni, nascondendosi poi dietro una cortina di ipocrisie o falsi buonismi, nelle interviste di rito di fine partita. A differenza della Politica il calcio regala l’illusione che il più debole possa vincere contro il più forte.
Peccato che è solo un’illusione, infatti alla fine della competizione la piccola squadra non trionfa quasi mai. Quando i forti si scontrano tra di loro, poi, spesso non sanno accettare di perdere con dignità, ancora meno con signorilità. Se si è disposti a rinunciare alla lealtà e alla verità, solo per guadagnare un vantaggio personale, almeno si dovrebbe avere la pudicizia di tacere e pagare il prezzo delle proprie azioni e non cercare riparo dietro a un “lo fanno tutti, si sa come vanno queste cose in Italia!”. Non fare i conti nemmeno con la propria vergogna, mascherandosi dietro false giustificazioni, pur di non assumersi le proprie responsabilità, reca già in sé i sintomi di una grave e diffusa immaturità tutta italiana. Non è un mistero che il nostro Paese non è più considerato un interlocutore serio dai suoi partner stranieri e che negli ultimi anni l’Italia ha subìto un ulteriore e progressivo impoverimento della sua immagine sul piano dell’opinione pubblica internazionale. La nostra Penisola assomiglia sempre di più a quella immaginata a Sanremo da Adriano Celentano e interpretata da Elisabetta Canalis: una bella donna, odiosamente trascurata e dalle vesti stracciate.
Dovremmo imparare ad amarla e rispettarla un po’ di più la nostra meravigliosa Patria, invece che facciamo? La disprezziamo, la trattiamo male, ne diciamo peste e corna; siamo giunti al limite dell’autolesionismo. Basterebbe risvegliare le coscienze, per generare consapevolezza e insegnare che disciplina e sacrificio non sono un male, ma anzi aiutano ad affrontare nel rispetto di sé e dell’altro le sfide della vita. Se è vero che l’autorealizzazione passa attraverso impegno e passione, va detto che per ogni scelta fatta c’é un prezzo che va pagato. E’ da ritenere, ad esempio, che la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020 bocciata da Monti, sia un segnale di austerity responsabile, o piuttosto una opportunità perduta? E’ una questione di prospettiva, ci si chieda da quale punto l’osservatore indaga il fenomeno. Gli organizzatori, il Sindaco di Roma Alemanno e una larga parte dei politici romani sono rimasti prevedibilmente delusi dal no di Monti, mentre Bossi ha applaudito la decisione del Presidente del Consiglio. Va detto che nella soluzione non rappresentativa di questo Governo Tecnico risiede interamente l’incapacità dell’attuale Classe Politica di fare il suo mestiere. In altre parole, da un lato l’ex maggioranza non è stata in grado di dare risposte efficaci alla crisi, dall’altro l’opposizione non è stata capace di porsi come un’alternativa credibile. Da tempo immemorabile si discute il tenore etico della Politica. E’ oggi da questa prospettiva che va analizzata la legittimità e la ragion d’essere di un Governo Tecnico che evoca un passato che sembrava remoto e che invece è tornato di estrema attualità.
Che tutti gli italiani tornino a dare il giusto valore all’ethos, ai comportamenti è auspicio condiviso in politica; il come ottenere ciò, è oggetto di accesi dibattiti. In mancanza di modelli etici di riferimento, abbiamo un disperato bisogno di un eroe in carne e ossa, che vinca le ingiustizie e ci conduca in salvo, sconfiggendo anche la morte. Quell’eroe esiste già dentro ognuno di noi, basta avere il coraggio di cercarlo a fondo creando un canale di comunicazione che faccia fluire pensiero sentimento e azione in perfetto accordo. Diventare noi gli eroi di noi stessi è l’unica rivoluzione possibile. Certo, anche una attenzione particolare tesa a potenziare quei settori cardine per lo sviluppo culturale di un Paese, costituirebbe già un novità incoraggiante.
In conclusione, sul tema dell’etica democratica, una riflessione sul pensiero di J. S. Mill è, oltre che doverosa, quanto mai opportuna: egli ci insegna che l’egoismo possa esser congiunto all’altruismo, poiché la felicità umana passa anche attraverso la felicità dei propri simili. La libertà dell’essere umano di conseguire la propria felicità è legittima solo quando non calpesta il legittimo diritto di un altro individuo a fare altrettanto. Non solo l’ethos in democrazia, ma anche la sovranità del giudizio individuale; la scelta del sistema elettorale che meglio si concili con il principio dell’eguaglianza politica fondamentale e della più larga rappresentanza delle idee; la tensione tra politica e burocrazia, potere legislativo ed esecutivo, partecipazione e rappresentanza; questi sono solo alcuni dei temi che alimenteranno l’inedito confronto a Palazzo Mancuso questo pomeriggio alle 16:30.
Martedì 21 febbraio ore 16:30 – 19:00 (Camera dei Deputati – Palazzo Mancuso – Sala del Refettorio) in Via del Seminario, 76 a Roma. Nel corso del Convegno organizzato dalla Fondazione Foedus, dal titolo Crisi della società politica Italiana e soluzione tecnica, presiederà l’On. Mario Baccini (Presidente Fondazione Foedus), moderatore dott. Francesco Sanseverino, (Direttore Generale Fondazione Foedus). Relatori in ordine di intervento: Prof. Flavio de Luca, Docente della Facoltà di Giurisprudenza, Università La Sapienza – Prof. Angelo Maria Petroni, Ordinario della Facoltà di Scienze Politiche, Università La Sapienza – Giovanni Iudica, Direttore della Scuola di Giurisprudenza, Università L. Bocconi – Prof. Carlo Secchi, Professore Senior di Politica economica, PAM, Università L. Bocconi
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