La cultura americana tra sentimento democratico e filosofia liberale

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La cultura americana tra sentimento democratico e filosofia liberale

19 Giugno 2011

Il 30 dicembre 1757, William Pitt, appena nominato Ministro della Guerra dell’Impero Britannico, scrisse una lettera ai governatori delle colonie inglesi in Nord America. Firmata nel bel mezzo della Guerra dei Sette Anni (1756-1763), questa missiva cercava di pore fine ai contrasti tra potere militare ed assemble civili dei coloni. Infatti, anche in una situazione di estrema emergenza, minacciati dale truppe francesi ed assaliti da nazioni indiane ostili, i coloni Americani rifiutavano di concedere agli ufficiali britannici il potere di imporre la leva ai sudditi locali senza consultare le varie assemblee legislative. La lettera di Pitt giungeva quindi al termine di un lungo braccio di ferro tra i generali dell’esercito di sua Maestà e i rappresentanti civili eletti dai coloni. L’esasperato ministro, d’accordo con il re, riconosceva i tradizionali diritti dei coloni, ed assegnava alle assemblee il potere di formare i propri eserciti provinciali come meglio credevano; inoltre, Londra si impegnava a rimborsare le spese di Guerra delle colonie.

Questa vittoria del potere legislativo locale su quello militare ed esecutivo imperiale è solo un esempio dei multiformi e complessi contrasti tra colonie nord-americane e madrepatria durante la Guerra dei Sette Anni. Questo conflitto di scala globale finì con l’esacerbare i delicati rapporti tra la Corona ed i sudditi d’oltreoceano. Ai litigi riguardanti la formazione di reggimenti provinciali si aggiungevano i malumori per gli embarghi commerciali, imposti dagli ufficiali della marina Britannica per evitare che i beni prodotti nelle colonie finissero per sfamare le truppe francesi, attraverso tappe in porti neutrali. A seminare rancore tra Americani ed inglesi contribuiva anche la questione mai risolta del grado da assegnare agli ufficiali provinciali, durante operazioni militari svolte sotto il comando di generali inglesi. Per non parlare del soggiorno delle truppe regie in case private coloniali.

Gli anni compresi tra il 1756 ed il 1763 furono decisivi per la formazione di un’identità politica Americana, basata sul primato dei rappresentanti civili sul potere militare. Nel corso di questi anni, i coloni si videro riconoscere da Londra i loro diritti di cittadini inglesi. Tuttavia, ciò che la Corona era disposta a concedere in un momento di emergenza bellica non sarebbe stato confermato dopo il 1763. In altre parole, i poteri riconosciuti alle assemblee legislative coloniali durante la Guerra dei Sette Anni sarebbero tornati in discussione negli anni ’60. Proprio per difendere la loro autonomia e libertà, gli Americani avrebbero alla fine deciso di dichiararsi indipendenti e di combattere una madrepatria tiranna ed illiberale.

Eppure, a ben vedere, l’origine dell’identità Americana va ricercata più indietro nel tempo: infatti, le schermaglie istituzionali durante la Guerra dei Sette Anni furono conseguenza di una filosofia liberale e di un sentimento democratico già esistenti e radicati. Negli anni ’20 e ’30 del diciottesimo secolo, i coloni Americani erano già armati di tutti gli strumenti retorici e culturali che avrebbero caratterizzato le fasi storiche successive. Ad esempio, già nel 1733 Lewis Morris e suo figlio denunciavano l’autoritarismo di William Cosby, governatore di New York nominato direttamente dal re. I temi liberali sviluppati dalla fazione dei Morris con pamphlet e pubblicazioni anche clandestine comprendevano già il diritto alla libertà di stampa ed il principio della divisione dei poteri.

Alla base di questo spirito democratico vi erano sicuramente situazioni contingenti, come la lontananza delle colonie dalla madrepatria e la presenza in molte colonie di Carte dei Diritti e delle Libertà concesse dal re al momento della loro fondazione. Tuttavia è impossibile non ravvisare le fondazioni culturali più profonde dell’identità Americana, che sarebbero state rese ancor più evidenti con la Dichiarazione d’Indipendenza del 1776. I sentimenti democratici e la moderna coscienza liberale degli Americani avevano due sorgenti: la lunga tradizione di diritti individuali presente nella storia inglese a partire almeno dalla Magna Charta (1225); ed i principi di eguaglianza e giustizia elaborati nell’ambito della cultura Cristiana. Queste due sorgenti di ideali e di consapevolezza politica ponevano in discussione il concetto di impero, con le sue necessità pragmatiche, il suo centralismo istituzionale, ed i suoi maldestri burocrati. Dopo l’esperienza della Guerra dei Sette Anni, il concetto di libertà sviluppato dagli Americani non avrebbe più tollerato nè le arroganti pretese di un re lontano nè la negazione di diritti garantiti dalla tradizione e dal Creatore.