La cultura del tutto e del contrario di tutto
05 Ottobre 2007
di redazione
Voglio
intanto ringraziare i lettori per i loro scritti. Sono d’accordo con loro e mi
sembra particolarmente significativo il racconto di quanto sta accadendo in
Campania, ma questa rubrica non può stare ferma un minuto, il candidato per eccellenza infatti non c’è
giorno che non ne dica una nuova.
Oggi su Repubblica appare una chilometrica
intervista a Veltroni. Racconta che Eugenio Scalfari nel lontano 1991, gli
disse: verrà un giorno in cui anche in Italia esisterà il Pd. Barba papa nella
veste di padre nobile del nuovo partito che ha tardato ben 16 anni a
materializzarsi. Niente male come efficienza. Ma la cosa più interessante è il
sincretismo veltroniano che dà vita a un ennesimo minestrone: il nuovo soggetto
politico, infatti, sarà come il partito democratico americano, come il Labour
inglese; il tutto naturalmente adattato alla cultura italiana. E che cosa vuol
dire? Fra laburisti e democratici ci
sono differenze storiche e teoriche abissali, basti dire che i primi sono un
partito che nasce come classista e di sinistra, mentre i secondi con questo mix non c’entrano niente. Vanno
invece molto d’accordo sulla guerra al terrorismo e sui modi di condurla, ma è
proprio questo che Veltroni e i suoi non condividono. E la cultura
italiana a cui il nuovo segretario si
ispirerà quale sarebbe? E qui arriva la citazione di Eugenio Scalfari. Che sia
lui la cultura italiana a cui si fa cenno? Cioè, un mix di fascismo, di
liberalismo alla Pannunzio, di socialismo a corrente alternata, di lamalfismo, di demitismo , di berlinguerismo,
di occhettismo e di prodismo. Come si vede, tutto e il contrario di tutto.
Quanto a Veronica Berlusconi, dopo il corteggiamento, subito un passo indietro:
quello veltroniano era solo un apprezzamento non una proposta di entrare nel
Pd. Nondum matura est.
Riporto
di seguito un articolo di Luca Telese (Giornale
del 5-10-2007) sul Veltroni ipercomunista.