
La Dave Matthews Band torna a sorpresa a Lucca e stupisce tutti

07 Luglio 2009
Sono i primi di marzo quando finalmente si diffonde l’attesissima conferma delle date del tour europeo della Dave Matthews Band, e l’Italia non ne fa parte. Tutti i fans del gruppo, stizziti, si affrettano ad accaparrarsi un biglietto per Parigi, Werchter (Belgio), Montreux (Svizzera), e soprattutto Londra, dove sono previste più date e in giorni di weekend, che meglio si sposano con gli impegni lavorativi dei più. Poi, grazie al lavoro svolto da Con-Fusion, la community italiana della DMB che ha diffuso una petizione per far suonare la band nello stivale, si diffonde la notizia di una data italiana prevista a Lucca per il 5 luglio. È il delirio nei box office. Dopo undici anni la Dave Matthews Band torna in Italia, e tutti vogliono esserci. Infatti in pochi giorni la data è sold out. Arriva giugno, e il tour inizia.
26 giugno 2009
Ogni aereo low cost diretto a Londra che parta dallo Stivale è occupato da fans che verso sera si ritrovano in fila per l’02 Academy nel sud della città. In fila si comunica tranquillamente in italiano. L’02 Academy è una location perfetta dal punto di vista qualitativo: la platea è in pendenza verso lo stage e l’acustica è perfetta. Questo significa che da ogni angolo della sala si vede e si sente benissimo ciò che accade sul palco. E poco dopo ciò che accade è sublime.
La band attacca ed è perfetta. La musica coinvolge e rapisce tutti i ventimila spettatori. La reazione ai nuovi brani, ancora non rodati dal vivo, è comunque positiva, e quando suonano i classici non ce n’è per nessuno. Le canzoni sono stupende ed eseguite in modo splendido, con assoli che si sovrappongono e un groove unico che pervade chiunque lo ascolti con al sua energia e qualità.
Il concerto è un crescendo di emozioni, e gli ultimi sette–otto pezzi sono un delirio di folla. Per come vengono eseguiti più che per la scelta degli stessi. È tutto fantastico, finché con la celebre All Along the Watchtower di Bob Dylan in medley con l’altrettanto celebre Stairway to Heaven dei Led Zeppelin scagliata energicamente contro un pubblico incredulo per la potenza musicale prodotta, le emozioni raggiungono picchi così elevati da poter considerare finito l’interesse musicale verso qualsiasi altra espressione o produzione a venire.
Il concerto finisce poco dopo e il pubblico è in estasi. Ma gli inglesi, gente fredda, si ricompongono e disperdono ordinatamente in pochi minuti. Un quarto d’ora dopo, invece, un gruppo spontaneo di una trentina di persone sedute per terra nella piazzetta antistante l’accademia si ritrova a cantare le canzoni che la band non ha suonato, e dalla pronuncia maccheronica si capisce in brevissimo tempo che siamo tutti italiani. Si resta un’oretta insieme poi ci si congeda con l’imperativo: “Appuntamento la prossima settimana a Lucca”. E buonanotte.
05 luglio 2009
Italia, sole, caldo, e un concerto da raggiungere in Toscana. Su strade e autostrade da sud e da nord sulle macchine si vedono cartelloni, magliette, e addirittura fogli di carta attaccati ai finestrini con scritte a caratteri cubitali le tre lettere magiche D, M e B. In molti hanno scelto la formula del bagno in Versilia, o del pranzo nel Chianti, o ancora della visita culturale in una città limitrofe.
La Toscana è meravigliosa, ma questo si sa. Il pomeriggio però è Lucca a farla da padrona. La città si popola di turisti tutti più o meno uguali: giovani, con pantaloncini e maglietta di qualche gruppo musicale, e tanta curiosità negli occhi. Di cose da vedere in città ce ne son tante, ma non troppo tardi inizia la frenesia da concerto, e la fila si riempie. Si entra facilmente in Piazza Napoleone, dove si svolgerà il concerto, e la gente comincia subito a prendere posizione. La piazza è enorme, e bellissima.
Presto si fa sera e arriva la band. Il pubblico impazzisce letteralmente al loro ingresso sul palco: erano undici anni che aspettava i propri paladini, e finalmente sono lì. L’inizio del concerto non è molto carico, ma il pubblico è quello delle grandi occasioni ed è lì a farsi sentire. Dopo alcuni brani prende addirittura l’iniziativa, e comincia a cantare una canzone che, dopo diversi minuti di coro, la band decide di eseguire assecondando il volere della folla. È il punto di svolta: tutti i musicisti si galvanizzano e il pubblico con loro.
Dave Matthews, il frontman della band, continua a ringraziare con un calore neanche lontanamente paragonabile a Londra, e ad elogiare il nostro paese per il suo cibo, il suo clima, le sue bellezze, la sua gente e il suo vino… (pare che il gruppo abbia fatto fuori diverse bottiglie di Chianti prima di esibirsi!).
È il momento dei pezzi storici, e stavolta la scelta è incredibile: i brani della band si susseguono con una foga ed un’energia esemplari, stravolti da assoli lunghissimi durante i quali il pubblico impazzisce battendo le mani continuamente e strappando sorrisi a ognuno dei componenti del gruppo.
Lo stesso Dave Matthews, che generalmente svolge il solo (e delicatissimo) ruolo di base d’accompagnamento, non resiste e si lancia in un assolo di diversi minuti con la sua chitarra acustica, facendo esplodere la folla in un tripudio strameritato.
Passano le ore e il gruppo non accenna a lasciare il palco, anzi, continua a stupire con scelte di pezzi fantastici. Tra tutti spicca The dreaming tree, dall’album Before these crowded streets, realizzata di rado dal vivo. Il concerto si chiude con la canzone più celebre che lascia tutti di stucco. Nessuno ha più niente da chiedere, la soddisfazione impera sovrana insieme all’emozione.
Ma la band esce di nuovo, e finisce un pubblico già provato (positivamente, ovviamente) da tre ore e passa di concerto, con altri tre pezzi bellissimi, raggiungendo le tre ore e mezza di musica dal vivo che ormai sono una rarità pressoché inesistente nel panorama musicale internazionale. La DMB è ormai scesa dal palco. Ma la gente rimane in piedi e ferma come in trance. Molti non ci credono.
E’ tutto vero, quello che abbiamo visto è successo davvero. Ora non ci resta che ringraziare questo gruppo a cui piace ancora fare musica, e suonare. Non eseguire, come fa la stragrande maggioranza degli artisti contemporanei, ma lasciarsi andare e divertirsi per far divertire. Grazie.