La Dc di Pizza torna in corsa e sconvolge i tempi delle urne

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La Dc di Pizza torna in corsa e sconvolge i tempi delle urne

02 Aprile 2008

Potrebbe esserci una coda clamorosa per le prossime elezioni
politiche. Infatti la riammissione della Democrazia Cristiana di Giuseppe
Pizza, decisa dal Consiglio di Stato, potrebbe riaprire i giochi spostando di
due settimane il voto. Non più il 13 e 14 aprile ma il 27 e 28 aprile. Una
vicenda legata all’eredità dello scudocrociato e che da tempo contrappone l’Udc
di Casini allo stesso Pizza.

Troppo simili i due simboli e così niente elezioni
per Pizza. Questo almeno fino a ieri quando per l’appunto il Consiglio di Stato
ha riammesso la lista della Dc con lo spettro di un allungamento del voto.

La
decisione adesso spetta al governo e al presidente della Repubblica. In realtà
la situazione non porterebbe immediatamente al rinvio delle elezioni. Infatti
la decisione di Palazzo Spada, un’ordinanza, non è definitiva ed ha carattere
cautelare proprio per consentire l’ammissione di Pizza in tempo utile per le
elezioni. Il giudizio di merito, che dirà la parola fine alla vicenda, spetterà
al Tar del Lazio e certamente non arriverà entro il 13 aprile. Da qui l’ipotesi
più probabile che le elezioni si svolgeranno regolarmente.

A mettere però in
subbuglio il mondo politico italiano ci ha pensato lo stesso ministro
dell’Interno, Giuliano Amato che in mattinata si è lasciato scappare di “non
escludere un rinvio della data delle elezioni”. Dichiarazione che ha dato adito
ad una ridda di voci, commenti, ma anche speranze facendo serpeggiare
nell’agone politico un clima di incertezza mai sentito finora.

E’ evidente che
lo spostamento in avanti di due settimane della campagna elettorale cambia le
strategie politiche e lo stesso timing deciso dai rispettivi quartier generali.
Primo fra tutti quello delle tv. Non a caso proprio ieri è iniziata la serie di
conferenze stampa dei candidati premier che, come ha deciso la Commissione
parlamentare di Vigilanza sulla Rai, hanno preso il via per l’appunto proprio
dieci giorni prima del voto. Chiaro che un allungamento dei tempi inciderà e
porrà il problema di come comportarsi con gli interventi di Berlusconi e
Veltroni avvenuti così lontani dalla data del voto.

Dall’altro lato però la par
condicio impedisce una riedizione delle loro conferenze stampa, tranne che non
avvenga per tutti i candidati premier. Un problema di non poco conto. Difficoltà
poi ci saranno anche per la griglia di interviste e tribune elettorali dei
partiti ormai da settimane stabilite. E infatti già a Palazzo San Macuto si
sta lavorando gomito a gomito con la Rai per permettere alla Dc di Pizza di
partecipare immediatamente agli appuntamenti video-elettorali. L’intento è
quello di far recuperare tempo alla Dc evitando così il rinvio. Ma questo
potrebbe non bastare a Pizza che ha bisogno “di altri quindici giorni per fare
la campagna elettorale”.

Tempo che gli consentirebbe di giungere a quei 30
giorni che la legge prescrive per svolgere la campagna elettorale. Concetto
ribadito dall’ex uderrino Paolo Del Mese: “Nella mia qualità di capolista al
Senato della lista Dc in Campania, ho chiesto al Presidente della Repubblica,
al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Interni, l’esecuzione immediata
dell’ordinanza e il differimento della data del voto onde consentire il ripristino
della violata legalità”.

Ma dichiarazioni a parte come detto il differimento
non sarà facile da ottenere. Basta dare uno sguardo anche alla costituzione per
rendersene conto. Infatti l’articolo 61 prevede che le elezioni si tengano
entro settanta giorni dallo scioglimento delle camere, ed il 13 aprile è
l’ultima domenica utile. Una posizione ribadita dallo stesso capogruppo
dell’Udc al Senato Francesco D’Onofrio: “Considerando che il decreto di
scioglimento delle Camere è intervenuto il 6 febbraio scorso, il termine ultimo
perché si svolgano le elezioni pertanto è il sedici aprile: non sembra di
conseguenza sussistere alcuna possibilità di rinvio delle elezioni a data
successiva al sedici aprile”.

Al massimo solo due giorni di ritardo.
Fantapolitica.

Intanto, però, dal mondo politico giungono numerosi gli appelli
affinché Pizza non chieda il differimento della data delle elezioni. Silvio
Berlusconi parla di “un danno per il Paese” con il rinvio e si rivolge
direttamente a Pizza “affinché abbia  senso
di responsabilità e rinunci alla richiesta di avere ulteriori giorni per la
campagna elettorale ma allo stesso tempo chiedo alle tv di recuperare quegli
spazi che la democrazia cristiana non ha avuto in questi 15 giorni”.

Da Walter
Veltroni giunge invece ferma contrarietà per un possibile rinvio delle elezioni
che “sarebbe un colpo di immagine gravissimo per il Paese”.

Contrario anche
Franco Giordano di Sinistra L’Arcobaleno per il quale lo spostamento della data
delle elezioni creerebbe “una lesione tra politica e cittadini”. E pure il
premier Romano Prodi ha invitato a “fare di tutto per evitare il rinvio”.

Più
cauto Pierfedinando Casini che ritiene la vicenda “assurda” ma si affida “alla
decisione del governo”. Dai diretti interessati però al momento prevale la
linea dura con l’intento di “chiedere un differimento della data delle elezioni
per consentire alla Dc il regolare svolgimento della campagna elettorale”

Anche se non si escludono sorprese dell’ultimo minuto come accadde con
Alessandra Mussolini che dopo il reintegro nella campagna elettorale per le
regionali del Lazio nel 2005 preferì evitare slittamenti del voto. Ed una
sorpresa sarebbe già in agguato con la richiesta della Dc di sequestrare il
simbolo dell’Udc. Un’eventualità che dopo la decisione del Consiglio di Stato
potrebbe concretamente materializzarsi. Ipotesi che Casini stesso definisce
“baggianate” ma che certamente renderebbe ancora più infuocato questo finale di
campagna elettorale.