La “deliranza” di Beppe Grillo sulla politica iraniana
25 Giugno 2012
Ormai balla con disinvoltura la “deliranza”. Non parliamo del Cappellaio Matto di Alice in Wonderland ma del solito Beppe Grillo, ormai avvezzo a spararne di ogni senza remora. Stavolta lo ha fatto in un’intervista di un’ora e mezza al più diffuso quotidiano israeliano Yedioth Ahronot, improvvisandosi esperto di politica internazionale.
Dal Mossad all’Iran, Grillo – ormai forte del successo ottenuto alle amministrative – ha svelato le sue ‘verità assolute’ su un terreno per lui insolito, il Medio Oriente, lasciando attonito nonché indignato persino il povero giornalista Menachem Gantz.
Oltre alle sue personalissime interpretazioni sui massacri in Siria e ad affermazioni quali “Esiste una lobby ebraica che controlla le informazioni” che suggeriscono – come scrive il Corsera – che nel Movimento 5 Stelle, “quella di David non è la più splendente”, la vera lezione di foreign policy Grillo ‘sparlante’ la fa sull’Iran.
Mettendo, ad esempio, alla stessa stregua Stati Uniti e Iran in fatto di mancanza di democrazia: “Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos’è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte. Hanno messo uno a dieta, prima d’ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora che cos’è più barbaro?”.
Ma non solo, il comico prestato alla politica, si dice per nulla preoccupato per il regime iraniano: “Quelli che scappano, sono oppositori. Ma chi è rimasto non ha le stesse preoccupazioni che abbiamo noi all’estero”. Addirittura, verrebbe da commentare. E poi entra nello specifico per sostenere la sua tesi a dir poco controcorrente: “L’economia lì va bene, le persone lavorano. È come il Sudamerica: prima si stava molto peggio. Ho un cugino che costruisce autostrade in Iran. E mi dice che non sono per nulla preoccupati”.
Il cugino di Grillo deve avergli raccontato un sacco di balle visto che i dati relativi allo status dell’economia iraniana disegnano una situazione ben diversa. Dall’inizio dell’anno, infatti, gli Usa hanno chiuso i rubinetti che hanno permesso all’Iran e alla sua Banca centrale di nutrirsi di petrodollari. Il costo della vita è alle stelle (basti pensare che il prezzo della carne è aumentato di un ulteriore 25%). Da mesi i cittadini iraniani devono convivere con un’inflazione molto alta e per fermarla il governo di Ahmadinejad ha dovuto limitare i suoi sussidi statali sui beni di prima necessità. La situazione è tutt’altro che rosea, insomma. Un esempio valga su tutti: oggi l’Iran produce 600mila barili di petrolio in meno rispetto al 2005 e, a causa della mancanza di raffinerie nel paese, è costretta a importare gran parte del diesel e della benzina dall’estero, a prezzi altissimi.
Ma le sparate non finiscono qui. Sui diritti delle donne c’è un altro componente della sua famiglia che gliela conta ‘giusta’: “Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo”. Forse Grillo ignora che in Iran esiste una legge che impone alle donne di portare il velo per rimediare al modo di vestire "troppo liberale" e che chi si rifiuta di farlo va incontro a multe, arresti e frustate. E forse non sa che sempre quelle stesse donne sono soggette ai divieti più disparatii: dall’ingresso nei ristoranti per le single, a quello negli stadi fino a quello di cantare da sole, ballare e studiare certe materie. Senza contare che negli ultimi anni la repressione nei confronti di chi cerca di difendere i Diritti delle donne ed evidenzia la condizione umiliante in cui vivono, si è fatta ancora più feroce.
Ma Grillo dà il meglio di sé sulla controversa questione della volontà di Ahmadinejad di cancellare Israele dalle mappe. Anche stavolta, trae sapienza da un suo familiare: il suocero. “Cambierà idea. Non penso lo voglia davvero: lo dice e basta. Del resto, anche quando uscivano i discorsi di Bin Laden, mio suocero iraniano m’ha spiegato che le traduzioni non erano esatte…”. Pura fantascienza (o delirio?) grillesca.
Stordito da questo irrefrenabile sproloquio di politica mediorientale, l’intervistatore Gantz ha commentato così la performance del comico: “È confuso, prigioniero di pregiudizi. Grillo è un buon attore che sa che cosa vuole il suo pubblico. Ma non sa dire che cosa vuole”.
Questa volta non c’è bisogno di aggiungere altro…