La Destra esiste. I post-comunisti se ne facciano una ragione
17 Luglio 2011
di Yanez
Quando, con un ritardo che definirei corrivo, anche in Italia giunse la notizia che il comunismo aveva fallito penosamente (verso il 1989, mentre nel resto d’Europa lo sapevano tutti da almeno vent’anni), gli intellettuali, spiazzati, fecero ricorso a un espediente grammaticale: "Allora, compagni, la parola d’ordine è che sono finite le ideologie, tutte, così nessuno si accorgerà che è finita solo la nostra."
Questa scemenza poteva funzionare solo grazie al provincialismo italiano: altrove, movimenti profondamente ideologici ma non comunisti (conservatori, liberali, socialdemocratici) fiorivano e spadroneggiavano, privi di retropensieri e sensi di colpa. Oggi, spiace dirlo, la sinistra è dovunque alquanto disastrata, in compenso la sua controparte gode di ottima salute.
"Destra" è una categoria del passato, dicono gli estensori del Manifesto d’Ottobre? Chiedetelo a Sarkozy, Merkel, Cameron, ai Tea Parties, a Wilders e agli altri leader decisamente di destra che animano la discussione politica occidentale di questi anni. (Che poi, non si poteva scegliere un altro mese? Ottobre è già preso dai bolscevichi…).