La difficile vita delle aziende online tra rischi, tutela della privacy e scarsa fiducia dei consumatori
22 Giugno 2020
Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente il numero delle imprese presenti nel mercato digitale, grazie allo sviluppo di piattaforme in grado di attirare consumatori e nuovi acquirenti. I servizi offerti dagli imprenditori sono attualmente i più diversi e nella fase di lockdown il numero di coloro che si sono rivolti alla Rete anche solo per acquistare generi alimentari è aumentato in maniera esponenziale. Le grandi catene di supermercati si sono attrezzate con app e strumenti simili al fine di agevolare chi, chiuso in casa a causa del Coronavirus, non ha voluto rinunciare a servizi efficienti e beni di prima necessità.
Tuttavia, il commercio elettronico non è la panacea di tutti i mali ed occorre analizzare le ripercussioni che il suo massiccio sviluppo comporta, sia in termini di sicurezza dei dati rilasciati dagli utenti sia in termini di qualità dei servizi offerti. Andiamo con ordine. Fare impresa online non è più utopia ma una realtà consolidatasi negli ultimi tempi. Gli imprenditori che avviano simili progetti sono giovani e lungimiranti: mirano a conquistare una fetta di mercato disposta a spendere denaro in maniera immediata e consapevole. Il che pare un ossimoro. Ma dare vita ad un’azienda oggi non è cosa semplice, non fosse altro per la burocrazia imperante che uccide chi tenta di concretizzare un’idea e porla al servizio degli altri. I costi che si affrontano per avviare la struttura imprenditoriale (il capitale iniziale insieme ad altri debiti necessari per potersi garantire l’esistenza) devono necessariamente essere recuperati; di qui la necessità di trovare un pubblico adatto all’offerta che si propone. Non si tratta di un ossimoro dunque (spesa immediata ma responsabile) bensì di un assunto fondamentale per capire le attuali dinamiche di mercato.
Altra cosa: il ricorso all’intelligenza artificiale, se da un lato aumenta (e non di poco) la performance aziendale, dall’altro può generare dei rischi. Non va sottovalutata infatti la circolazione dei dati personali dell’utente che acquista, utilizzando spesso carte di credito o carte prepagate. Ultimamente si è posto il problema della tutela di questi dati, soprattutto a fronte della normativa europea in materia (GDPR). Aumentano purtroppo le frodi e gli attacchi informatici, come hanno rilevato recenti ricerche sul tema. Ad esempio, l’Allianz Risk Barometer 2020 ha evidenziato che il cyber risk è diventato più pericoloso per le aziende rispetto al passato. Eppure un’impresa o è presente online o verrebbe da dire che non esiste.
E’ possibile conciliare entrambe le cose? Diciamo di sì, purché il commercio elettronico non diventi l’unico canale in cui poter esprimere la libertà di impresa. Il rapporto di fiducia tra chi crea un’azienda e il consumatore finale non dovrebbe venire mai meno, anzi; questo rapporto virtuoso andrebbe sempre alimentato, cosa che in Rete scarsamente avviene. Le distanze fisiche si annullano e qualsiasi cosa abbia da dire il consumatore finisce per diventare un reclamo. Insomma, ben vengano le imprese che sfruttano Internet per incrementare la propria fetta di mercato, ma attenzione a non far diventare questo l’unico modo in cui è possibile fare impresa. A volte porsi controcorrente paga: meglio un piccolo rivolo che un grande fiume. Quest’ultimo porta con sé anche detriti e scorie.