La dolce vita dell’epurato
10 Maggio 2010
di redazione
Di tv in tv, di radio in radio, basta ci sia un microfono o una telecamera e il gioco è fatto. Da quando Italo Bocchino non è più vicecapogruppo vicario dei deputati Pdl e non perché qualcuno lo ha epurato (termine super-gettonato in questo momento) ma per sua stessa volontà dopo tre lettere a Cicchitto in cui ha annunciato le dimissioni, le ha ritirate e alla fine le ha riconfermate, la sua agenda giornaliera è pina zeppa di appuntamenti: sui media.
Dove un po’ dà ragione al governo e un po’ no, un po’ rivendica il ruolo della corrente messa in piedi da Fini e un po’ rilancia il progetto del Pdl, un po’ attacca frontalmente il collega Lupi e un po’ si appella alla concordia e al confronto interno. Come ieri sera.
Ospite di Crozza Alive, il pasdaran finiano, forse nella foga di rispondere simpaticamente alla domanda provocatoria del conduttore che gli chiedeva se considerasse un ossimoro o una presa in giro il fatto che la sede del Pdl sia ubicata in via dell’Umiltà, non ci ha pensato tanto su e di getto ha replicato: “Un po’ è un ossimoro, però devo dire che molti colleghi quando si avviano verso la sede del partito dicono ‘vado in via Dell’Umiliazione’”.
Uno scivolone grammaticale quello di Bocchino sull’ “ossimoro”: non si capisce infatti qual è la ratio seguita dal Nostro, nell’accostare due parole che in questo caso non hanno alcun significato contrapposto. Forse Bocchino è così impegnato in dibattiti televisivi che evidentemente non ha tempo per dare una ripassata alla grammatica.
Del resto, l’abito di finiano doc confezionato su misura per lui, impone una regola base quando lo si indossa: controcanto a prescindere. Con o senza battute.
Se poi l’ex vicepresidente vicario dei deputati Pdl avesse bisogno di un consiglio, a futura memoria, sul significato autentico di ossimoro noi ne abbiamo uno pronto per lui: Bocchino che dà lezioni di umiltà.