La falsa notizia della morte di Mubarak alimenta i malumori di piazza Tahrir

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La falsa notizia della morte di Mubarak alimenta i malumori di piazza Tahrir

20 Giugno 2012

Piazza Tahrir è colma di manifestanti. Le reazioni alla notizia della morte presunta di Mubarak sono le più diverse: c’è chi festeggia, chi è indifferente, chi esprime tristezza “per la morte di quello che, dopotutto, era un vecchio”. Ma il parere dominante è che quanto trapela sulla sopravvivenza o la morte dell’ex raìs sia una pedina in più nel gioco di potere attuato dalla giunta militare di Tantawi. “Se pure fosse morto – sostiene l’attivista Mona Gharib – lo sapremo davvero solo quando al Consiglio Superiore delle Forze Armate farà comodo diffondere la notizia”.

Da piazza Tahrir, il manifestante Mohammed Tarek, suggerisce che “i militari vogliono avere una notizia bomba che possa offuscare quella delle proteste di piazza Tahrir contro il concilio militare al potere, le elezioni e la costituzione emessa”. Una manovra, che secondo Tarek, “ha funzionato; i giornali hanno iniziato a parlare improvvisamente di Mubarak, e le persone hanno iniziato a lasciare la piazza”.

La notizia della morte clinica dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, attualmente ricoverato in gravi condizioni presso l’Ospedale militare di Maadi, era stata pubblicata nella notte dall’agenzia di stampa governativa Mena. Citando fonti mediche vicine a Mubarak, l’agenzia aveva pubblicato una nota in cui si parlava della morte clinica dell’ex presidente egiziano in seguito a un ictus e a un arresto cardiaco: stando alla nota, l’utilizzo del defibrillatore era stato inutile.

Poco dopo, la smentita ufficiale della giunta militare e degli avvocati di Mubarak. Il generale Said Abbas ha bollato come “priva di senso” ogni voce sulla morte clinica dell’ex presidente, mentre il generale Mamdouh Shaheen ha dichiarato alla CNN che Mubarak “non è clinicamente morto come precedentemente annunciato, ma le sue condizioni di salute si stanno deteriorando ed è in gravi condizioni”. Altre fonti dell’entourage militare specificano che l’ex dittatore egiziano sarebbe ormai privo di coscienza e attaccato a un respiratore artificiale.

Una lunga agonia, quella di Mubarak, che i militari potrebbero realmente utilizzare per ritardare il passaggio delle consegne al potere. Una fonte ufficiale ha lasciato trapelare che, se la morte di Mubarak dovesse realizzarsi in tempi brevi, non è escluso che venga posticipato l’annuncio dei risultati delle elezioni presidenziali previsto per Giovedì. Inoltre, la giunta militare sta pensando alla realizzazione di un coprifuoco precauzionale per mantenere la sicurezza durante i funerali.

“E’ come se fosse tutto programmato per assicurarsi che la rivoluzione sia stata uccisa, prima lo scioglimento del Parlamento, poi la concessione a Shafiq di correre alla presidenza, la dichiarazione della nuova costituzione da parte dello SCAF e ora la morte di Mubarak, non appena abbiamo occupato le strade in molti”, è l’analisi dei fatti che fa Samir Amin Ibrahim, un altro dei manifestanti, a favore del candidato dei Fratelli musulmani Mohamed Mursi.

Intanto è sempre più alta la tensione in Egitto, con la folla in piazza Tahrir che, di volta in volta, diventa più invisa alla giunta militare di Tantawi. L’opinione dei manifestanti è che lo scioglimento del Parlamento attuato dai militari e l’emissione di una nuova costituzione siano quanto di più vicino ci possa essere a un colpo di stato. C’è ancora tanta strada da fare prima di ritornare a una situazione di calma apparente, che non appare facile da raggiungere neanche con la pubblicazione dei risultati delle elezioni presidenziali.