La famiglia di sinistra scoppia al Family day

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La famiglia di sinistra scoppia al Family day

08 Maggio 2007

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Il ministro Bindi non sa proprio più come barcamenarsi, stretta tra le due Paole, la Binetti e la Concia, ovvero, i desiderata dei “teodem” del suo partito e le richieste intemperanti del Gayleft. Il ministro ieri nel corso del “Laboratorio delle politiche familiari” ha chiarito: “alla Conferenza nazionale della famiglia organizzata dal governo, indetta per la fine del mese a Firenze, non ho invitato le associazioni degli omosessuali. Faccio questa scelta come segno di chiarezza. Le persone destinatarie dei Dico non sono legittimate a partecipare”. Bizzarro, visto che nemmeno una settimana fa la Bindi dichiarava che lei non sarebbe scesa in piazza San Giovanni, perché, a suo dire l’obiettivo di quella manifestazione non è far sentire che la famiglia è importante e va tutelata ma colpire i Dico. Insomma, non si può manifestare in favore della famiglia e contro i Dico ma si possono escludere i destinatari di quel provvedimento dal dibattito pubblico sulla famiglia, perché non  bollati da un principio di legittimità, che però è il ministro stesso ad attribuire. Le reazioni non sono fatte attendere, quella più recente quella del ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero che ha detto: “Non condivido la scelta del ministro Rosy Bindi di non invitare le organizzazioni omosessuali al convegno sulla famiglia. Ritengo pertanto che nemmeno la mia partecipazione sia opportuna”.

All’interno della maggioranza e del futuro Partito democratico la spaccatura sui temi etici si consuma quotidianamente, dunque. Anche l’Unità se ne è accorta e scrive che due piazze “contro” rappresentano un “nodo” per l’Unione. Un vero banco di prova per la politica, con schiere contrapposte ma anche trasversali nel gioco delle adesioni. Il tutto, ma il giornale dei Ds questo non lo dice, a sinistra. Se Mastella e Fioroni, infatti, solo per citare i ministri, saranno al Family Day, sabato alla manifestazione di piazza Navona su: “Il mito della famiglia naturale, la rivoluzione dell’amore civile” ci saranno Rosa nel Pugno, Sdi e Radicali, al gran completo – con Emma Bonino, sempre per citare i ministri, tra i promotori – ma ci saranno anche Cesare Salvi, Nicola Tranfaglia, Ugo Intini, Maria Rita Moro e molti altri che sulle note di Coccoluto Dj ricorderanno e celebreranno “la mite e dolce rivoluzione dell’amore civile”, uno slogan dal gusto un po’ retrò che tanto dovrebbe piacere agli storici/politici di professione. Intanto, Fassino e Rutelli lanciano una cima a quelli del Family day, per evitare di andare completamente alla deriva. Secondo il leader di quel che resta dei Ds, infatti, la stabilizzazione delle relazioni familiari non contrasta con quella delle convivenze. E sarebbe un errore ritenere che la tutela della famiglia sia incompatibile con quella delle unioni di fatto. Ciò che probabilmente ignora, o vuol ignorare Fassino, però, è che quelli del Family day sono d’accordo con lui, nel merito ma non nel metodo. La regolazione dei diritti dei conviventi è legittima ma non attraverso i Dico, dicono le associazioni cattoliche del Manifesto “Più famiglia”. 

L’unica guerra a scoppiare è quella dei patrocini.  Veltroni, dopo aver concesso il patrocinio del Comune al raduno per i Dico di Piazza Farnese di un mese fa, non l’ha accordato al Family day, mentre la circoscrizione rossa del centro storico, che ospita territorialmente l’evento laico, ha aderito ufficialmente alla manifestazione di piazza San Giovanni su mandato trasversale del Consiglio. Il presidente della circoscrizione numero uno di Roma, di “fede” Margherita (quindi futuro compagno di partito del sindaco Veltroni) sfilerà al Family day con la fascia tricolore. Mentre il presidente del consiglio comunale, ex forzista passato all’Udeur, ha annunciato che a San Giovanni ci sarà, si metterà in prima fila e, qualora gli organizzatori glielo chiedessero, non esiterebbe a concedere il patrocinio dell’aula.

Intanto proseguono i preparativi del FD. I numeri li forniscono gli stessi organizzatori: oltre trecento le associazioni cattoliche che hanno aderito all’iniziativa, 1500 volontari che garantiranno l’accoglienza, con tanto di palloncini, ombrelli e bottiglie d’acqua, e per i bambini clown e trampolieri, fasciatoi e scaldavivande. Una vera e propria festa, così l’ha definita Savino Pezzotta, organizzata proprio come le feste sindacali di piazza San Giovanni. Lì, in perfetto stile primo maggio, ma senza Andrea Rivera a fare da opinion leader, sarà allestito un palco di oltre 30 metri, dove si alterneranno testimonianze e momenti di spettacolo. Secondo gli organizzatori, davanti al palco saranno ricavate delle aree riservate per circa duemila posti, in cui potranno trovare posto i politici – anche Mastella e Fioroni potrebbero trovare il loro posto riservato – e le autorità anche di quelle istituzioni o enti locali che hanno dato l’adesione alla giornata e che quindi saranno presenti in veste ufficiale.  E poi gruppi musicali, rappresentanti delle associazioni laiche, cantanti, dj. Diciotto i punti di informazione e distribuzione dei materiali, un codice da rispettare per la circolazione dei mezzi pubblici, otto maxischermi collocati in posizioni strategiche che consentiranno di seguire gli eventi anche a chi non riuscirà ad arrivare in prossimità del palco. Il tutto finanziato dalle associazioni cattoliche e attraverso due conti correnti bancari attivati ad hoc. Tutto è pronto per la festa, quindi, tranne i girotondi. Quelli sono impegnati altrove per ritrovare l’unità della sinistra.