La fata delle tasse

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La fata delle tasse

24 Aprile 2007

Finalmente un segnale di novità
da parte del Governo! Basta con uno Stato fiscale che altro non è che la
versione moderna dello Stato di Polizia! Basta con l’idea di uno Stato rapace
che tratta i contribuenti come sudditi da vessare, imponendo tasse alte sino al
punto da risultare intollerabili!  Basta
con un sistema fiscale non solo vessatorio ma anche troppo complicato, che
viene modificato di continuo, anche in modo retroattivo, interferendo in modo
devastante con le attività economiche e produttive, e con la stessa possibilità
degli individui di effettuare in modo efficiente i propri calcoli di
convenienza!
Basta con un sistema resa ancora più insopportabile
dall’inguaribile inefficienza della macchina amministrativa, rispetto alla
quale le riforme e le esternalizzazioni succedutesi negli anni (creazione delle
agenzie fiscali, creazioni di società incaricate di svolgere delicatissime
funzioni pubbliche) sono solo servite a nominare amici e portaborse nei
consigli direttivi e ad assicurare ai dipendenti stipendi più alti di quelli
dei normali ministeriali! Basta con un sistema che oggi rappresenta uno dei
principali fattori di perdita di competitività del nostro Paese nei confronti
internazionali!

Era ora! Il fisco da oggi non ha
più il volto inquietante e un po’ vampiresco di Vincenzo Visco ma assume le
sembianze più tranquillizzanti della Fata dai capelli turchini appena balzata
fuori dalle pagine del “Pinocchio” di Collodi. Ed in realtà è stato molto più
semplice di quanto si potesse immaginare. E’ bastata la delibera del 12 marzo
scorso che ha modificato la denominazione della società che, su mandato
dell’Agenzia delle entrate, gestisce le procedure di riscossione delle tasse:
non più “Riscossione s.p.a.” ma “Equitalia s.p.a.”! Da oggi niente più cartelle
pazze, niente più riscossioni coattive, niente labirinti informativi per
verificare la fondatezza della pretesa fiscale dello Stato. Da oggi solo
contatti gentili e soprattutto equi con una struttura nuova di zecca sempre
disponibile ad ascoltare le ragioni dei contribuenti e, fin dove possibile, ad
esaudirne i desideri.

Finalmente comincia a scorgersi
il profilo riformista del Governo, a lungo evocato dai volenterosi della
maggioranza e che ha trovato un chiaro riscontro nelle ultime dichiarazioni di
Prodi!

Ci resta solo una piccola
preoccupazione che dopo Equitalia vi sia un profluvio di cambi di nome: la polizia
penitenziaria potrebbe essere denominata “Corpo dei custodi della libertà”, le
municipalizzate della nettezza urbana “Agenzie del profumo”, i centri di salute
mentale “Aree della saggezza e della serenità”!

Certo sarebbe un gran bel
guadagno. Non vorremmo però che un’iniezione così massiccia, e soprattutto
inaspettata, di libertà finisca per creare una sensazione di disorientamento in
un corpo sociale che già deve metabolizzare la novità epocale della nascita del
Partito democratico.