La Fiom scioperi pure ma a Bruxelles

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La Fiom scioperi pure ma a Bruxelles

12 Settembre 2007

Anch’io sono sempre d’accordo con Piero Ostellino anche quando non lo sono e mi piacciono i suoi dubbi. Sabato scorso Ostellino sì è chiesto perché quando era corrispondente dalla Russia sovietica e si preoccupava dei russi sempre a fare la fila per comprare qualsiasi cosa, senza neppure pannolini per i bambini, si sentiva di sinistra, ma tutti in Italia gli dicevano che era liberale. Poi è caduta l’Urss, è finito il comunismo, il Pci ha cambiato nome, la sinistra è diventata liberale e non capisce perché ora è diventato un liberale di sinistra. Ostellino è troppo intelligente per non sapere che la Russia era un Leviatano d’acciaio, dove prima di tutto c’era l’orgoglio nazionale russo e un popolo è disposto a fare la fame quando all’improvviso  viene catapultato nella storia  e si trova padrone di metà mondo. Il comunismo in Russia è stata un’ideologia per irreggimentare un popolo sterminato, dargli una disciplina di ferro, farlo combattere, tenerlo unito e fargli sopportare le peggiori angherie. In Italia il comunismo era la negazione dello stato, un feticcio borghese, la nazione un crimine fascista come la polizia, l’esercito, il merito, perfino il senso del pudore. Se D’Alema fosse andato a Mosca a tirare la famosa moltov, non sarebbe mai diventato Presidente del Consiglio in Russia, ma in Italia tutto è possibile. La classe operaia, i lavoratori, sono state belle parole per riempirsi la bocca, fare carriera alle Botteghe Oscure, comprarsi la barca, scarpe firmate e andare a fare i ministri. Gli operai, i lavoratori, non esistono più per la sinistra, che ormai ha come problema principale i lavavetri, mentre Asor Rosa, l’operaista d’antan  si è dimesso addirittura da intellettuale di sinistra, con una lettera al Corriere, ça va sans dire. Ormai la sinistra è solo autorità e sicurezza,  peccato Fioroni non possa riciclare libro e moschetto. Ma fare la voce grossa contro i lavavetri non basta, perché la Fiom pone un problema concreto quando parla di difesa di Welfare  ovvero di stato sociale, per usare la nostra maledetta lingua. Il problema concreto è che il valore dei salari dei lavoratori italiani diminuisce nella misura in cui sale l’euro e poiché ormai la sinistra esiste in funzione della City di Bruxelles, Prodi, il paladino dell’euro, dovrà attuare politiche sociali malthusiane, al cui confronto la Thatcher  apparirà  una brava compagna alla Fiom. Per decenni gli inglesi se la sono passata male, con le toppe al culo, le suole di latta, i capelli unti e non si parli di doccia, perché la politica viveva in funzione della finanza,  della City, della sterlina, e più la sterlina era alta, più l’inglese medio tirava la cinghia. L’Inghilterra è però un paese forte, ha sempre le miniere di carbone e può riaprirle se il petrolio o il gas costa troppo caro. Noi non le abbiamo e con il rincaro dei prezzi previsti per il gas, se questo inverno sarà davvero freddo produrrà una selezione della specie, che azzererà  ogni dibattito sull’eutanasia e sull’aborto selettivo la prossima primavera. Alla Fiom e ai  lavoratori sul piede di guerra Bersani, il liberalizzatore de’noantri,  con piglio luchinesco ribatterà che ci sono eserciti di extracomunitari  felicissimi di prendere i loro posti e anche i loro salari. Perciò, se gli operai e i lavoratori vogliono davvero salvarsi quella fetta di vita che si sono conquistati, facciano sciopero, ma non vadano a Roma a manifestare, vadano a Bruxelles a cacciare la banda di oligarchi e burocrati  che stanno distruggendo l’Europa.