La follia è far rotolare l’Euro verso l’ignoto delle “sale -borse”
09 Settembre 2011
Potrà reggere l’Euro? Forse, ma ad una serie di condizioni:
– Un governo dell’economia e della finanza unico, nell’area euro.
– L’abbandono di tutti i nazionalismi e protezionismi reali o subdoli praticati in questa regione.
– La comprensione reale e la fiducia di un popolo nei confronti dell’altro, che significa anche solidarietà.
Ci sono queste condizioni? No.
I governatori di economie e finanze, nazionali e comunitari, sono quasi tutti “prime donne”, che professano narcisismo e potere su tutto e su tutti ; in particolare quelli finanziari sono ormai convinti di essere l’ombelico del mondo e si comportano di conseguenza . Sempre e soprattutto in termini nazionalistici o euro-burocratici (costosi e inutili).
Ogni Paese dell’eurozona tende a praticare un nazionalismo, territorialismo, regionalismo, se possibile, anche più forte rispetto ai tempi precedenti all’euro. L’economia multinazionale è più vista in chiave mondiale che europea.
L’asse franco-tedesco, con i propri rispettivi satelliti, considera gli altri Paesi meno di niente. Salvo, poi, covare il reciproco disprezzo atavico. Gli inglesi vanno per conto loro e tendono a confondere il Nord geografico con l’altezza dello sguardo. Tutti gli altri sperano negli aiuti dei “ricchi” europei nei confronti di tutto il resto dell’ Unione “povero” .Non è e non sarà così . Non c’è , non c’è stato e non ci sarà alcun aiuto; ci sono solo interessi e per di più , guardandoli davvero in faccia , nazionali.
Per chi avanzò dei dubbi sulla validità della scelta dell’Euro , come strumento monetario unico dell’Unione, oggi ci sono sostanziali conferme . L’Euro non può funzionare in Nazioni (di queste si tratta) “povere” e in Nazioni “ricche” , allo stesso tempo e con le stesse pratiche monetarie. Né esso è stato capace di spingere verso l’integrazione di un’Europa confederale e sovranazionale, come veniva e viene ancora spiegato dai cosiddetti eurocrati. Si sono creati solo immensi uffici inutili e costosi.
Oggi la TV francese ha detto che la crisi delle borse europee deriva dalla quasi certezza del “default” greco, a cui seguirà quello italiano (con tanto di immagini relative ad uno sciopero generale in Italia , non della CGIL, che non è stata neppure citata , ma del Paese tutto intero , come in Grecia). Questa è la “fiducia” esistente tra le genti dell’Europa “stretta”; figurarsi quando, in termini monetari, si allargherà!
Che fare? Avere coraggio, al di là di tornate elettorali (che tra non molto interesseranno Francia , Spagna e Italia, per esempio). O si sta dentro l’Euro e si realizza un governo dell’economia confederale (con supremazia politica e non tecnocratico-finanziaria), con una strumentazione monetaria adeguata ad una politica economica di più o meno marcata crescita (per esempio sono sempre più insistenti le voci, anche autorevoli, che vogliono l’euro a 1.20 sul dollaro, rispetto all’ 1.40 attuale, con diminuzione di poteri decisionali alla BCE). Oppure l’Euro deve essere organizzato diversamente, a due o più velocità, fino all’ipotesi di ritorno alle monete nazionali (si legga “Eloges des frontières” di Regis Debray, per evitare di considerare ipotesi del genere come vecchie e reazionarie). Resta il fatto che continuare a far rotolare l’Euro e le sue economie verso l’ignoto delle “sale -borse”, queste sì multinazionali, è semplicemente da irresponsabili.