La Francia di Centrodestra si candida all’Eliseo

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La Francia di Centrodestra si candida all’Eliseo

20 Novembre 2016

Sono sette i candidati che prenderanno parte alle primarie del centro-destra in programma per oggi e il 27 novembre in vista delle elezioni presidenziali francesi della prossima primavera. Sulla linea di partenza si schiereranno Alain Juppé, Nicolas Sarkozy, Bruno Le Maire, François Fillon, Jean-François Copé, Nathalie Kosciusko-Morizet e Jean-Frédéric Poisson.

Alain Juppé è il più grande anagraficamente – è nato nel 1946 – ma anche il più popolare nei sondaggi da mesi: già ministro del Bilancio e degli Esteri, primo ministro con Chirac alla presidenza, nuovamente capo della diplomazia con Nicolas Sarkozy all’Eliseo e François Fillon capo del governo, dal 2001 è sindaco di Bordeaux. Le parole d’ordine della sua campagna sono quelle dell'”identità felice” e la “destra dal volto umano”, che definiscono un programma liberale ma abbastanza moderato da attrarre i voti del centro, spiega ‘le Figaro’.

Nicolas Sarkozy, ex ministro dell’Interno, dell’Economia capo dell’Ump e infine capo dello Stato dal 2007. Sconfitto nel 2012 nella corsa all’Eliseo da François Hollande, Sarkozy si è ritirato dalla politica attiva per circa due anni, per rientrare nel novembre 2014 e tornare a guidare l’opposizione e in particolare l’UMP, ora Les Républicains. I punti cardine della campagna, così come lui stesso li ha descritti nel suo libro programmatico ‘Tout pour la France’ sono verità, identità, competitività, autorità e libertà.

Bruno Le Maire è il più giovane tra i candidati (46 anni) ha lavorato con Dominique de Villepin al segretariato generale dell’Eliseo, al Quay d’Orsay e a Matignon. Sottosegretario agli Affari Europei e ministro dell’Agricoltura sotto la presidenza Sarkozy, è un appassionato di letteratura. Vuole incarnare il rinnovamento delle elite politiche nel suo paese.

François Fillon, primo ministro di Nicolas Sarkozy durante l’intera durata del quinquennio di presidenza, si presenta come candidato della “vera rottura” proponendo per la Francia una cura liberale quasi thatcheriana che prevede tra l’altro tagli alla spesa pubblica per 110 miliardi e ritorno alle 39 ore. Rivale dichiarato di Nicolas Sarkozy e critico nei confronti della posizione ‘moderata’ di Alain Juppé, è deciso a condurre fino in fondo la campagna pur non decollando nei sondaggi.

Jean-François Cop,  sottosegretario nel 2002, poi capogruppo Ump nell’Assemblea nazionale e quindi a capo del movimento dal 2010, Copé è rimasto coinvolto nella vicenda Bygmalion – un sistema di false fatture che avrebbe consentito nella campagna elettorale del 2012 di pagare con le casse dell’UMP le spese di Sarkozy – senza mai arrivare ad essere indagato. E’ sostenitore di una ‘Francia libera da complessi’, dura sul piano della sicurezza e quello morale, liberale sul piano economico.

Nathalie Kosciusko-Morizet, nata in una famiglia di politici, ha ricoperto una serie di incarichi, da sindaco a sottosegretario a ministro, a vicepresidente delegata dell’Ump, a deputata, a portavoce dei Républicains. A lungo vicina a Sarkozy e alle sue idee, NKM ha approfittato della sconfitta del 2012 per prendere le distanze ed emanciparsi dall’ex capo dello stato. Contraria alla ‘droitisation’ impressa dall’eminenza grigia Patrick Buisson, Kosciusko-Morizet è liberale su questioni economiche – fine delle 35 ore e pensione a 65 anni – e progressista in campo sociale, su temi quali nozze gay e procreazione assistita. E non ha esitato a schierarsi contro il suo stesso partito in più occasioni, contrastando il ‘ni-ni’ (né desistenze né alleanze con i socialisti) scelto tra i due turni delle regionali di fronte al rischiio avanzata del FN, alla riforma sulla perdita di cittadinanza per chi ha doppia nazionalità ed è accusato di reati di terrorismo.

Jean-Frédéric Poisson, si presenta come esponente di un partito autonomo, il partito cristiano-democratico e non si è dovuto assoggettare alle regole sui patrocini di eletti imposte per la corsa alle primarie agli altri candidati. Protagonista di un discusso viaggio in Siria per incontrare Bashar el Assad, Poisson è molto focalizzato sulle tematiche della famiglia e della difesa dei cristiani d’Oriente.

L’incognita principale è la partecipazione a queste primarie, un inedito nella storia della destra, per le quali si prevedono tra i 2 e i 4 milioni di elettori. Versando due euro, tutti gli aventi diritto al voto in Francia possono partecipare, a condizione di firmare una “carta” con la quale si impegnano a “condividere i valori repubblicani“. Ma data l’importanza della posta in gioco, certi simpatizzanti della sinistra e dell’estrema destra potrebbero auto-invitarsi agli oltre 10mila seggi per influenzare i risultati.

Le “urne” del primo turno si chiuderanno alle 19 e i primi risultati significativi arriveranno attorno alle 23. Il secondo turno con il ballottaggio fra i due primi arrivati si terrà domenica prossima. L’ultimo sondaggio vede sorprendentemente in testa Francois Fillon, col 30% delle intenzioni di voto ma avanti soltanto di un punto rispetto a Sarkozy e Juppé, appaiati al 29%. Le primarie socialiste invece sono previste il 22 e 29 gennaio. Il presidente in carica Francois Hollande non ha ancora sciolto la riserva. L’appuntamento con le elezioni presidenziali francesi sarà, invece, il 23 aprile per il primo turno, il 7 maggio per il ballottaggio.