La Francia socialista congela le riforme del presidente Sarkozy

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La Francia socialista congela le riforme del presidente Sarkozy

15 Marzo 2010

Il primo turno delle Regionali francesi si chiude così com’era stato annunciato: un ridimensionamento dell’UMP del presidente Nicolas Sarkozy (27,3 per cento), l’avanzata netta dei socialisti della Aubry (29,1 per cento), l’arretramento dei centristi (3,4 per cento) e degli ambientalisti (13,1 per cento), e l’ennesimo ritorno sulla scena della destra dei Le Pen (11,2 per cento), il vecchio Jean-Marie e la delfina Marine. Le forze della sinistra, Europe Ecologie, PS, Front de Gauche, NPA, insieme, raggiungono il 50 per cento. Era una sconfitta che i sondaggi avevano annunciato con largo anticipo e che Sarkozy negli ultimi giorni aveva messo in conto, smettendola di fare del voto regionale una cartina al tornasole della politica nazionale. Se è vero che, tradizionalmente, il voto regionale punisce chi è al governo, questa batosta rischia seriamente di frenare l’azione riformatrice del premier Fillon e la spinta propulsiva della presidenza Sarkozy, in attesa della resa dei conti alle elezioni del 2012. Il presidente stesso ha parlato di una “pausa” nel processo modernizzatore. 

A guardarla ottimisticamente, dal punto di vista di Sarkò, resta comunque il fatto che la stragrande maggioranza delle regioni francesi erano già in mano ai socialisti (venti delle regioni contro due dell’UMP), che però avanzano più del previsto e si impongono già dal primo turno; in secondo luogo, la situazione dell’elettorato appare ancora molto fluida: solo qualche punto percentuale divide i socialisti – diventati primo partito – dall’UMP, e nelle poche regioni ancora in bilico al secondo turno pesa l’incognita dell’astensionismo, quella enorme fetta della popolazione francese che ha deciso di non esercitare il suo diritto di voto (53%). “La scarsa partecipazione non consente di trarre da questo scrutinio una lezione nazionale – ha detto il premier Fillon – contrariamente a tutte le previsioni nulla è deciso per il secondo turno in numerose regioni. Tutto resta aperto”. Terzo ed ultimo elemento che giocherebbe a favore di Sarkò è un improbabile suicidio politico dei socialisti, visto che l’ottimo risultato ottenuto da Segolene Royale potrebbe riaprire ferite mai rimarginate fra le primedonne dell’opposizione.

La sorpresa ancora una volta è il Fronte Nazionale, che dopo aver capitalizzato un misero 6 per cento alle europee oggi raddoppia, toccando quota 20 per cento nelle regioni del Sud dov’è più radicato l’elettorato dell’estrema destra. Sorpresa solo per i sondaggisti che non l’avevano prevista, molto meno per chi negli ultimi tempi ha osservato il trend più generale delle forze che in Europa hanno puntato sulla limitazione dell’immigrazione, i toni anti-islamici e l’enfasi sui modelli di società securitaria – dall’Olanda di Wilders alla Francia di Le Pen. L’elettorato sembra sensibile a queste parole d’ordine, così come, davanti al protrarsi della crisi economica, preferisce le antiche ma pur sempre rassicuranti promesse socialiste sull’occupazione, il welfare, le pensioni, l’ambiente, alla proposta modernizzatrice di Sarkozy. “Siamo di fronte a un risultato storico – è stato il commento ai risultati della Aubry – e dico grazie ai milioni di elettori ed elettrici che ci hanno dato il loro voto”. “Dobbiamo respingere coloro che chiedono di fare delle Regioni dei contropoteri”, ha ribattuto Fillon, che sul piano locale puntava, a questo punto è d’obbligo usare il passato, a una riforma e semplificazione dell’organizzazione territoriale del Paese.