La Francia torna nel Comando Nato per fare da contrappeso agli Usa

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

La Francia torna nel Comando Nato per fare da contrappeso agli Usa

13 Marzo 2009

Dunque è confermato, la Francia rientrerà a pieno titolo nella struttura di comando della NATO. Il Presidente francese, Nicholas Sarkozy, lo ha ribadito mercoledì intervenendo ad un convegno organizzato dalla Scuola Militare per la Fondazione per la Ricerca Strategica (FRS), sancendo definitivamente la conclusione di un processo iniziato da diversi anni.

Il Presidente, infatti, ha voluto sottolineare il carattere di continuità della propria scelta con quella di chi lo ha preceduto, da Mitterand a Chirac, ed ha voluto rispondere a chi lo accusava di tradire gli ideali gollisti evidenziando come nessuno possa sapere cosa deciderebbe oggi il Generale De Gaulle. E’ di tutta evidenza, infatti, che le condizioni del mondo nel XXI secolo sono molto diverse da quelle del 1966, anno in cui il Generale scelse la linea della rottura con l’alleato americano, e ritirò la Francia dal Comando della NATO.

Le minacce che l’Occidente si trova ad affrontare sono molto diverse, legate al mondo globalizzato, dal terrorismo internazionale alla proliferazione nucleare fino alle nuovissime minacce di attacchi ai sistemi spaziali ed a quelli informatici. Di fronte a questi cambiamenti una nazione come la Francia, ha detto Sarkozy, non può non rivedere i propri concetti strategici.

Ma il Presidente ha voluto sottolineare anche altri due aspetti di questa scelta. Innanzitutto ha evidenziato l’assurdità di una posizione, quella francese, che fa si che oggi Parigi partecipi pienamente alle missioni NATO senza avere la possibilità di intervenire nel processo di definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche del comando. I militari francesi rischiano la vita ogni giorno senza che il governo francese possa partecipare alle decisioni strategiche dell’Alleanza.

Ed a chi accusa il Presidente di rinunciare all’indipendenza ed alla specificità francesi, Sarkozy fa notare che l’ingresso della Francia nel Comando NATO non comporterà in alcun modo un allineamento di Parigi alle decisioni di Washington, anzi, esattamente il contrario, poiché la Francia rappresenterà nella NATO un contraltare agli Stati Uniti (non a caso Sarkozy ha ricordato il  Comando atlantico deve sempre decidere all’unanimità).

Infine il presidente francese ha negato con forza che questa scelta, che comunque dovrà essere formalmente presa dall’Assemblea Nazionale francese il 17 marzo, rappresenti la fine del sogno di costruire una difesa integrata europea. Sarkozy è convinto di aver mantenuto la promessa, secondo la quale la Francia non sarebbe rientrata nel comando NATO se non dopo che fosse arrivato a compimento il progetto di costruzione del sistema di difesa europeo.

Forse di tutti i punti evidenziati da Sarkozy proprio questo è quello più debole, poiché non v’è dubbio che la PESD sia ancora in fase embrionale, nonostante i tanti passi avanti fatti negli ultimi anni. Il Presidente ha citato in proposito alcune delle importanti missioni in atto, dal Kosovo alla Georgia, dalla Bosnia all’Afghanistan fino alla prima missione navale partita proprio in questi giorni (la EU NAVFOR Somalia contro la pirateria), ma non ha convinto quando ha detto che la scelta della Francia rafforzerà il processo di integrazione europea.

Se da un lato, infatti, non c’è dubbio che le due opzioni non sono esclusive, dall’altro tuttavia è evidente che la scelta fatta richiederà un particolare impegno della Francia che vorrà dimostrare di credere realmente nella NATO, e questo non potrà non influire sul suo impegno nel rafforzamento della PESD, della quale è sempre stata uno dei principali sponsor. D’altra parte lo stesso Sarkozy ha fatto notare come 21 dei 27 paesi che compongono l’Unione Europea facciano parte a pieno titolo della NATO, ed in effetti appare alquanto anacronistico che la Francia, una delle nazioni fondatrici dell’Alleanza Atlantica, uno dei partner principali della UE, resti fuori dalle decisioni prese all’interno di un organismo che oggi più che mai rappresenta un baluardo dell’Occidente nel mondo.

La speranza di tutti è che il ritorno di Parigi all’interno del comando della NATO rappresenti un’opportunità per riformare questa importantissima istituzione internazionale, che purtroppo  negli ultimi anni sta mostrando tutti i suoi limiti, ma che è ancora viva ed in grado di attrarre le forze democratiche che si riconoscono nei valori dell’Occidente.