La Francia torna nel Comando Nato per fare da contrappeso agli Usa
13 Marzo 2009
Dunque è confermato,
Il Presidente, infatti, ha voluto sottolineare il carattere di continuità della propria scelta con quella di chi lo ha preceduto, da Mitterand a Chirac, ed ha voluto rispondere a chi lo accusava di tradire gli ideali gollisti evidenziando come nessuno possa sapere cosa deciderebbe oggi il Generale De Gaulle. E’ di tutta evidenza, infatti, che le condizioni del mondo nel XXI secolo sono molto diverse da quelle del 1966, anno in cui il Generale scelse la linea della rottura con l’alleato americano, e ritirò
Le minacce che l’Occidente si trova ad affrontare sono molto diverse, legate al mondo globalizzato, dal terrorismo internazionale alla proliferazione nucleare fino alle nuovissime minacce di attacchi ai sistemi spaziali ed a quelli informatici. Di fronte a questi cambiamenti una nazione come
Ma il Presidente ha voluto sottolineare anche altri due aspetti di questa scelta. Innanzitutto ha evidenziato l’assurdità di una posizione, quella francese, che fa si che oggi Parigi partecipi pienamente alle missioni NATO senza avere la possibilità di intervenire nel processo di definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche del comando. I militari francesi rischiano la vita ogni giorno senza che il governo francese possa partecipare alle decisioni strategiche dell’Alleanza.
Ed a chi accusa il Presidente di rinunciare all’indipendenza ed alla specificità francesi, Sarkozy fa notare che l’ingresso della Francia nel Comando NATO non comporterà in alcun modo un allineamento di Parigi alle decisioni di Washington, anzi, esattamente il contrario, poiché
Infine il presidente francese ha negato con forza che questa scelta, che comunque dovrà essere formalmente presa dall’Assemblea Nazionale francese il 17 marzo, rappresenti la fine del sogno di costruire una difesa integrata europea. Sarkozy è convinto di aver mantenuto la promessa, secondo la quale
Forse di tutti i punti evidenziati da Sarkozy proprio questo è quello più debole, poiché non v’è dubbio che
Se da un lato, infatti, non c’è dubbio che le due opzioni non sono esclusive, dall’altro tuttavia è evidente che la scelta fatta richiederà un particolare impegno della Francia che vorrà dimostrare di credere realmente nella NATO, e questo non potrà non influire sul suo impegno nel rafforzamento della PESD, della quale è sempre stata uno dei principali sponsor. D’altra parte lo stesso Sarkozy ha fatto notare come 21 dei 27 paesi che compongono l’Unione Europea facciano parte a pieno titolo della NATO, ed in effetti appare alquanto anacronistico che
La speranza di tutti è che il ritorno di Parigi all’interno del comando della NATO rappresenti un’opportunità per riformare questa importantissima istituzione internazionale, che purtroppo negli ultimi anni sta mostrando tutti i suoi limiti, ma che è ancora viva ed in grado di attrarre le forze democratiche che si riconoscono nei valori dell’Occidente.