La Germania si prepara a Trump presidente, #SvegliatiItalia!

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La Germania si prepara a Trump presidente, #SvegliatiItalia!

01 Ottobre 2016

Mentre il governo italiano, dal premier Renzi al ministro degli esteri Gentiloni, ha già fatto il suo endorsement per Hillary Clinton, come se fosse sicuro che sarà lei, la Lady della controversa Fondazione Clinton, il prossimo presidente degli Stati Uniti, a quanto pare altri Paesi europei non sembrano così sicuri che il voto americano di novembre andrà a finire così.

Lo Spiegel ieri ha scritto con dovizia di particolari come il governo tedesco abbia alzato i radar su una eventuale vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali americane. Il giornale parla di un incontro avvenuto ormai da tempo, lo scorso aprile  – “un incontro discreto a Washington” – tra un emissario di Trump e funzionari del ministero degli esteri della Germania.

Tema: che ricadute avrebbe una vittoria del Don sulle relazioni tra Washington e Berlino? All’inizio anche il Governo tedesco, come il nostro, dubitava che Trump potesse essere il candidato dei repubblicani alle elezioni presidenziali. Il governo Renzi dopo la vittoria travolgente di Trump alle Primarie è rimasto della stessa idea: il Don non vincerà le elezioni.

I tedeschi invece no, e adesso, dopo il recente dibattito andato in onda su CNN con la Clinton, Berlino ha capito che c’è una concreta possibilità che Trump divenga il 45esimo presidente degli Usa. Così il ministero degli esteri tedesco e l’ambasciata di Berlino a Washington si muovono per stabilire contatti con l’entourage di Trump. E la Farnesina che fa? Si esalta per la vittoria della Clinton.

Il problema per i tedeschi, ma dovrebbe valere anche per altri Paesi europei come il nostro, è se Trump farà davvero quello che ha promesso durante il dibattito presidenziale: stop alla protezione americana se gli europei non versano quello che devono alla NATO. Per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra mondiale, un presidente americano mette in forse le relazioni transatlantiche, spiegando che la NATO è una organizzazione “obsoleta”. 

Lo Spiegel comunque cerca di rassicurare i suoi lettori, spiegando che l’uomo incaricato di tenere i rapporti con i tedeschi per conto di Trump, un senatore repubblicano dello Iowa, ha cercato di placare le preoccupazioni di Berlino sulla NATO: Trump è un uomo d’affari, e se dovesse diventare presidente sarà un negoziatore, un realista in politica estera. Ma le preoccupazioni del governo tedesco restano. 

Anche perché non c’è solo la NATO. Secondo un’analisi interna del Ministero delle Finanze di Berlino, una vittoria Trump avrebbe un impatto negativo sugli esportatori tedeschi. Come pure il timore di Berlino e che Trump una volta diventato presidente continui ad attaccare Angela Merkel sul tema della immigrazione e della accoglienza indiscriminata.

La NATO e le relazioni transatlantiche, l’economia, l’immigrazione. La Germania si preoccupa, giustamente, di come potrebbe cambiare il quadro a livello globale – lo stiamo scrivendo da tempo, parlando di nuovo multipolarismo – ma non è chiaro se a Palazzo Chigi qualcuno si sia ancora posto il problema di stabilire un pur minimo e vago contatto con gli emissari di Trump in Italia, se ce ne sono.