La Giunta si libera di Berlusconi. Ora responsabilità civile dei magistrati
04 Ottobre 2013
Sì alla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. "Il Tribunale Speciale", come lo chiama il senatore Maurizio Sacconi, ha deciso a maggioranza di sottoporre all’aula del Senato di "deliberare la mancata convalida dell’elezione" del Cav., annuncia il presidente Dario Stefano. Entro ottobre, dunque, la Camera Alta dovrà esprimersi sulla decisione presa dalla giunta. "L’attesa giustizia sommaria di piazza si è compiuta", continua Sacconi, "le tricoteuse saranno soddisfatte, mentre ogni libera coscienza avverte che il processo ventennale di compressione delle libertà ha compiuto un altro rilevante passo". "È stato colpito lo scudo che si era coraggiosamente opposto a questo percorso illiberale con lo scopo di rimuoverlo e di minacciare quanti volessero proseguirne l’opera".
E prosegue: "Confido che l’assemblea del Senato, nel segreto dell’urna ove la coscienza è sola ad illuminare ciascuno, saprà apprezzare i fatti, la natura tutta indiziaria della vicenda penale, la logica tutta politica della condanna e della applicazione retroattiva della legge Severino". "Il caso Berlusconi deve rappresentare la motivazione perché una grande maggioranza di popolo invochi nelle urne referendarie quella responsabilità civile dei magistrati che la stessa Corte di Giustizia dell’Unione Europea impone all’Italia", la conclusione del ministro del lavoro nell’ultimo Governo Berlusconi.
Secondo il vicepremier Alfano, è "accanimento" quello che ha portato oggi al voto di decadenza di Silvio Berlusconi nella giunta a procedere del Senato. "Siamo sempre stati e continueremo ad essere dalla parte del nostro presidente. La risposta della Giunta è un’accelerazione anomala nelle procedure e svela un accanimento che nulla ha a che vedere con la giustizia".
"Questo voto della giunta dimostra che la giustizia non è uguale per tutti," aggiunge l’onorevole Eugenia Roccella, "esattamente il contrario di quello che il Pd si è affannato a ripetere in questi giorni. Nessun altro parlamentare sarebbe stato trattato come Silvio Berlusconi, senza neanche voler salvare le apparenze d’imparzialità e la regolarità delle procedure". Roccella si augura che "in Aula la votazione si svolga in modo pienamente regolare e corretto, e che si permetta a ciascun senatore di rispondere liberamente alla propria coscienza. Evitiamo quindi che si ripetano episodi purtroppo già visti, che vanificano il diritto alla segretezza del voto e consentono il controllo stalinista dei partiti sulla libertà di decisione del singolo parlamentare".
Durante la seduta pubblica, non c’è stato spazio per troppi dibattiti o altre pregiudiziali, come ha spiegato Stefano, una sottolineatura del suo ruolo e dei suoi poteri discrezionali nel disciplinare la seduta. Ebbene, ora che il primo atto si è compiuto aspettiamo il secondo, quello decisivo, del voto nell’aula del Senato. Qui a decidere la sorte del Cav. non sarà un organismo ristretto ma l’aula, con dozzine di persone che nel segreto della loro coscienza dovranno davvero chiedersi se la condanna per i diritti Mediaset vale il cedimento finale del potere politico a quello giudiziario, proprio nel momento in cui Bruxelles invita lo Stato-giudice italiano a esprimersi, anzi, non lo invita, lo punisce perché non l’ha fatto, a riformare la giustizia e a introdurre la responsabilità civile dei magistrati.
Speriamo che in Senato il voto avvenga in modo regolare, corretto, senza accelerazioni, senza drammi, senza che i singoli parlamentari debbano decidere con il fiato sul collo degli antiberlusconiani. Del resto se la sinistra pensa o spera di essere ormai prossima a liberarsi di Berlusconi non ha compreso molto di quanto accaduto politicamente nei giorni scorsi. Forse è vero che le questioni giudiziarie del Cav. non interessano più così tanto gli italiani alle prese con la crisi, ma fatto sta che dopo il blitz in Senato il giorno della fiducia Berlusconi ha consolidato il suo consenso. Nonostante la condanna, gli italiani lo voterebbero ancora. E se la sinistra continuerà a voler fare piazza pulita, cedendo alla tentazione del Termidoro, i moderati alla fine si ribelleranno, e ancora una volta il Pd, cedendo alle lusinghe delle estreme, perderà le elezioni.