La “grande bugia” sui soccorsi di Israele ad Haiti
28 Gennaio 2010
di redazione
Gli israeliani sono stati i primi ad arrivare ad Haiti per soccorrere la popolazione colpita dal devastante terremoto che ha colpito l’isola un paio di settimane fa. Poche ore dopo il sisma, il premier Netanyahu ha inviato due Boeing dell’aeronautica con centinaia di esperti della protezione civile e della sanità militare israeliana, con le macchine per scavare tra le macerie e i cani per ritrovare i corpi di chi era rimasto seppellito vivo.
L’ospedale da campo costruito dagli israeliani a Port Au Prince si è rivelato un gioiello ultratecnologico in grado di garantire fino a 500 operazioni al giorno – il più grande e meglio attrezzato fra quelli aperti dalle forze internazionali. E’ sufficiente guardare questo video della CNN per capire come lavorano gli esperti sul campo: “Sono meravigliata!, stupita da quello che sta avvenendo qui – la reporter si riferisce all’ospedale israeliano – E’ un altro mondo rispetto all’altro” (quello americano). Quando hanno visto cos’erano capaci di fare gli israeliani, i team di salvataggio cinesi e brasiliani hanno deciso di cedergli il comando delle operazioni e anche la Croce Rossa ha chiesto assistenza per i casi più gravi.
Ma tutto questo non è bastato a persuadere chi odia lo stato ebraico ed è uso a fare propaganda contro Israele qualsiasi cosa faccia, giusta o sbagliata che sia. Un certo signor “T. West”, un attivista afroamericano di Seattle che in passato si era già fatto notare per il suo zelo antisemita, ha diffuso un video su You Tube per mettere in guardia gli haitiani dal vero scopo dei medici ebrei: sono lì per espiantare organi dai feriti e rivenderli sul mercato nero. “Il popolo di Haiti deve essere messo in guardia da quei gruppi internazionali che arrivano sull’isola per portare aiuto medico o in altre forme”, ha detto West. Così la “grande bugia” si è diffusa a macchia d’olio, ripresa dalla emittente iraniana Press TV, dalle Brigate “Izzedine al-Qassam” in Palestina, dai cospirazionisti americani.
Siamo al revival del “Blood Libel”, quel mito di origini medievali per cui tutti gli ebrei sarebbero assetati di sangue umano. Uno stereotipo che nel 2009 era già tornato in auge dopo la Guerra di Gaza, quando un giornale svedese diffuse la notizia (peraltro mai verificata) che le truppe israeliane avrebbero espiantato organi tra le vittime palestinesi della operazione “Piombo Fuso”. Tutto questo mostra il potere della disinformazione a sfondo antisemita e l’abilità dei singoli manipolatori nel disseminare il Web con le loro bugie.