La guerra in Ucraina, l’Occidente e quelle ‘gatte da pelare’

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La guerra in Ucraina, l’Occidente e quelle ‘gatte da pelare’

La guerra in Ucraina, l’Occidente e quelle ‘gatte da pelare’

26 Agosto 2023

Ci girano intorno, spesso parlano d’altro, enfatizzano ogni stormire di fronda, ogni difficoltà, ogni faticosa mediazione. Ma ho l’impressione che in definitiva molto borbottio ‘di destra’ – incluse alcune gaffes – contro Giorgia Meloni e il suo governo nasca più o meno esplicitamente dall’ avversione alla sua politica estera di sostegno all’Ucraina e all’Occidente. E che l’avversione si spieghi con ragioni culturali e ideologiche, corroborate da legami mai interrotti e a grandi linee con la preferenza di certa destra per le soluzioni ‘ordine e disciplina’ rispetto al difficile navigare nella complessità e nei rischi delle società libere: la scorciatoia autoritaria di fronte alla “crisi del mondo moderno”.

Non è una scorciatoia nuova quella che oggi si presenta col volto putiniano del mix tra liturgie dello stalinismo comunista e profumo degli incensi della tradizione russa, ed è una delle ragioni per cui alcuni critici del mondo postrivoluzionario (tradizionalisti) nel secolo scorso simpatizzarono per i fascismi. Discorso lungo, politologia e storiografia certamente soccorrerebbero il ragionamento, ma per farla breve e terra terra voglio azzardare pure un sospetto e un cattivo pensiero: non mi stupirei troppo se un giorno si scoprisse che un certo tipo di ‘gatte da pelare’ continuamente lanciate tra i piedi della premier avessero come una tana e un punto di irradiazione preciso e circoscritto, e che insomma siano parte consapevolmente della guerra in cui siamo coinvolti. E dalla parte giusta, per giunta.