La leader delle Pussy Riot trasferita in Siberia
06 Novembre 2013
di redazione
Di Nadezhda Tolokonnikova, più nota come Nadia, la leader carismatica delle Pussy Riot imprigionata per due anni per una preghiera anti Putin eseguita nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. nel febbraio 2012, si sono perse le tracce dal 21 ottobre quando è stata trasferita dalla prigione in Mordovia, 600 km a est di Mosca, dove si trovava da 14 mesi, verso una destinazione ignota. Il marito, Piotr Verzilov è certo che la moglie sia in viaggio verso una nuova colonia penale in Siberia e avrebbe diffuso la notizia via Twitter.
Era partita proprio dall’uomo la denuncia per la sparizione della moglie della quale non riusciva più ad avere notizie da tre giorni. A detta dell’attivista, Nadia sarebbe diretta verso un istituto penitenziario nella regione siberiana di Krasnoyarsk. Si tratterebbe della colonia penale n. 50, nella città di Nizhny Ihash, lungo il percorso della Transiberiana, a quattro fusi orari di differenza da Mosca. Il marito è convinto che "è stata trasferita a 4.500 chilometri dalla Russia centrale, nel cuore della Siberia, come punizione per la l’eco che ha avuto la sua lettera, in cui denunciava soprusi e violazioni dei diritti umani nella colonia penale in Mordovia". Lettera in cui Nadia parlava anche di minacce di morte ricevute nel penitenziario di Mordovia dove stava scontando la sua pena, contro le quali aveva lanciato un lungo sciopero della fame seguito dal ricovero in ospedale.
Anche il padre di Nadia, Andrei Tolokonnikov, ha espresso seria preoccupazione per la sua salute aggiungendo che le autorità russe non gli hanno comunicato dove sia diretta, nonostante avessero promesso di farlo. Ma Vladimir Lukin, Commissario russo per i diritti umani, assicura che la ragazza "sta bene e arriverà molto presto" nella nuova colonia penitenziaria, Ma nemmeno lui sa dove si trovi Nadia: "Mi hanno detto che sta bene e che è ancora in viaggio diretta a uno dei penitenziari dove continuerà a scontare la propria pena".