La Lega sbaglia ancora con Kyenge
05 Ottobre 2013
L’onorevole Pini, Lega Nord, non si è fatto mancare niente. Nei giorni di lutto per la strage di Lampedusa, il leghista ha primo scaricato le responsabilità sulle massime cariche dello stato, il presidente della Camera Boldrini e il ministro Kyenge. Poi di quest’ultima ha aggiunto, "Scegliere un ministro nero è stimolo all’immigrazione". "La faccia della Kyenge porta parecchi immigrati in più, ma è pericolosissimo il suo messaggio, in primis per le persone che hanno sentito un ministro promettere che diventeranno italiani regolari". Insieme a Boldrini, secondo Pini, il ministro "fa appelli un giorno sì e uno no, per dire che qui è il Bengodi. Quando si mandano certi segnali si fa credere che uno può fregarsene delle regole. Continuano a invitare le persone, poi è chiaro che i disperati rischiano la vita". Pini, che non deve essersi rassegnato al fatto che la più grande democrazia occidentale, gli Stati Uniti d’america, sono governati da un uomo figlio di un immigrato africano, il presidente Obama, riapre quindi il fronte con la ministra Kyenge, rischiando di far seguire a queste parole un nuovo profluvio di dolcezze leghiste in web come quelle dei mesi scorsi. Che certo non hanno portato molto alla Lega se non un sacco di polemiche. E mentre quei morti non riposeranno in pace, chissà a quanti è negata un tomba nelle profondità del Mediterraneo, i leghisti continuano a sembrare sordi ai numeri dell’immigrazione, che ci serve. Per evitare che da qui a qualche anno l’Italia subisca un tracollo demografico. Per pagare il nostro welfare e i servizi, troppo costosi. Accudire i nostri vecchi, farci mangiare qualcos’altro oltre la polenta, e così via, se il livello è questo non ci vuole molto a scenderci per divertimento. Ma se si vuole parlare seriamente, allora distinguamo immigrazione da clandestinità e cerchiamo di capire come governare, e va bene, anche arginare la marea montante che arriva dal Mediterraneo.