La Libia rilascia gli integralisti in nome della “riconciliazione nazionale”

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La Libia rilascia gli integralisti in nome della “riconciliazione nazionale”

26 Marzo 2010

Martedì scorso la Libia ha annunciato la liberazione di 214 integralisti islamici, tra cui 34 combattenti del GCIL (Gruppo islamico dei combattenti libici). Tra di essi figurano anche gli esponenti più importanti del gruppo: l’emiro Abdelhakim Belhaj, il capo militare Khaled Chrif e l’ideologo Sami Saadi.
Il gruppo, fondato negli anni ’90 in Afghanistan, aveva rivendicato i legami con Al Qaeda e si era espresso per il rovesciamento del regime di Mohammad Gheddafi, per sostituirlo con uno stato islamico radicale.

La liberazione è frutto dell’impegno personale di Saifal-Islam, figlio prediletto della “Colonnello” e possibile erede alla guida del paese. Con la Fondazione Gheddafi, l’organizzazione non governativa di cui è a capo, Saif ha dato vita ad un programma di  “riconciliazione nazionale” con gli integralisti, che prevede la “riabilitazione” dei prigionieri jihadisti. Saif ha rivelato che, dall’inizio del programma, nel 2007, 705 militanti sono stati liberati. Altri 409, tuttora detenuti nelle carceri libiche, saranno prossimamente rilasciati, quando avranno operato una revisione della loro “nozione di guerra santa”.

Si tratta di un “momento storico che chiude uno dei capitoli più dolorosi della storia recente della Libia” assicura Saif, ricordando che gli scontri tra jihadisti e forze armate avevano causato rispettivamente 177 e 165 morti negli anni 90. Saif si è quindi congratulato con suo padre che ha preso la “decisione coraggiosa di liberare i membri del gruppo”.

Dopo le tensioni che avevano caratterizzato l’ingresso nella vita politica di Saif, il Colonnello e suo figlio sembrano quindi essersi riconciliati. Sulla strada della sua ascesa, il giovane erede dovrà ora scontrarsi con gli esponenti della vecchia guardia rivoluzionaria, ostili alla sua volontà "riformatrice" e alla sua vicinanza con gli Stati Uniti. Mettendo in atto la sua politica di riconciliazione, Saif spera di allargare la sua base di consensi presso le frange islamiste e nazionaliste del paese, in vista della futura successione.

La tensione tra la Fondazione Gheddafi e i baroni del regime era salita nel mese scorso quando il Congresso generale del popolo si era rifiutato di mettere all’ordine del giorno la designazione di Saifal-Islam al posto di coordinatore generale dei comitati popolari e sociali. Il figlio del Colonnello, dal suo canto, aveva sorpreso tutti facendo sapere dai suoi portavoce che non accetterà alcun incarico politico fino a quando non sarà adottata la nuova costituzione su cui sta lavorando da diversi anni. Questo progetto prevede un rafforzamento delle libertà fondamentalie dei diritti dei cittadini, primo passo verso la creazione di uno “Stato di diritto”.