La lunga estate calda del commissario Charitos

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La lunga estate calda del commissario Charitos

18 Maggio 2007

Una nave, in viaggio verso Creta, viene dirottata nel cuore della notte. Un gruppo sconosciuto di banditi tiene in ostaggio oltre trecento turisti. I motivi del sequestro sono oscuri e indefiniti. Gli inquirenti, incerti sul dal farsi, formulano soltanto delle ipotesi. L’atmosfera è tesa, l’opinione pubblica ha bisogno di essere rassicurata. Le autorità non sono in grado di fornire spiegazioni plausibili. Forse i terroristi appartengono alla famigerata rete di Al Qaeda e desiderano gettare il panico nel cuore profondo della vecchia Europa. Forse, meglio ancora, i sequestratori sono dei palestinesi pronti a tutto pur di affermare le ragioni del loro popolo e bloccare ogni intesa con gli israeliani. Nel paese, immerso nella calma del buio, non ci si rende conto di una crisi dagli esiti nebulosi che infiamma gli animi.

Siamo in Grecia. L’estate afosa e insopportabile ha appena cominciato a farsi sentire. Il commissario Costas Charitos, abile e ironico funzionario della polizia di Atene, è stretto come sempre tra gli obblighi familiari e i suoi impegni professionali. Deve rispettare i desideri di sua moglie Adriana e le velleità professionali della figlia Caterina. Non perde mai, però, l’intuito del poliziotto capace di scovare il malaffare ovunque si annidi. Nel nuovo romanzo giallo dello scrittore Petros Markaris, nato ad Istanbul da madre greca e padre armeno, “La lunga estate calda del commissario Charitos”, edito dalla casa editrice Bompiani,  Costas viene coinvolto in un caso che lo riguarda molto da vicino.

Sulla nave dirottata, infatti, viaggia anche sua figlia con il fidanzato Fanis. Sono diretti, come tanta altra gente comune, a Creta dove sperano di trascorrere qualche giorno di riposo. Caterina ha appena conseguito il dottorato in giurisprudenza a Salonicco. Vuole festeggiare la conclusione del suo percorso di studi insieme all’uomo con cui intende sposarsi. I pochi giorni in compagnia Fanis, lontani dalla famiglia asfissiante, rappresentano per lei la meritata ricompensa di tante fatiche e sacrifici. Nulla di strano. In apparenza il viaggio dei due fidanzati non desta preoccupazioni. Tuttavia, la nave sulla quale si imbarcano si trasforma nel bersaglio di una terribile operazione militare. Una squadra di terroristi prende in mano il controllo dell’imbarcazione. Sequestra i passeggeri e l’equipaggio. Svegliato dallo squillo tambureggiante del telefono, Costas capisce che un’oscura minaccia pende anche sulla sua famiglia. Senza esitare, accompagnato dalla moglie, il commissario raggiunge il luogo in cui il traghetto è stato fermato. Dalla terra segue l’intervento delle squadre antiterrorismo. Non si tratta di un’inchiesta ordinaria. In questo caso è in gioco la vita di Caterina, l’unica figlia del protagonista dei romanzi di Petros Markaris.

Ma non è tutto. Mentre la Grecia intera tiene il fiato sospeso seguendo le trattative per salvare gli ostaggi, Atene viene insanguinata dalla mano di un feroce serial killer. Un uomo senza scrupoli, incattivito dalla vita, semina il panico. Uccide gente inerme e inconsapevole. Colpisce, in particolare, il mondo omosessuale della capitale facendo vittime anche nel ricco universo della pubblicità. E’ un vecchio colonnello, un tempo dedito alle torture, che mette in pratica tutta la sua ‘competenza’. La polizia non è in grado di fronteggiare due emergenze così complesse. E’ smarrita, a corto di uomini e di mezzi. Soltanto Charitos può intervenire: è costretto dai suoi superiori a rientrare in città. In realtà, viene messo di fronte a due grandi emergenze nazionali. Sulla nave la figlia Caterina rischia di morire insieme a tanti altri innocenti. Ad Atene si  aggira un folle che ammazza senza pietà. Per il lui, punta di diamante della polizia ateniese, si apre anche un conflitto personale tra la sua angoscia di padre ferito e i suoi obblighi di servizio.

La curiosità, l’arguzia e l’ironia sono le armi di cui dispone Costas Charitos, considerato da più parti il Magret della Grecia. Markaris, nel suo ultimo romanzo, continua a rappresentare la vita caotica della Grecia di questi anni. Il successo delle Olimpiadi sembra appartenere al passato. Gli edifici costruiti per le manifestazioni sportive sono stati abbandonati. La metropoli greca appare sofferente, soffocata dall’incuria e dall’abbandono. “Il disastro – ha affermato Markaris nel corso di un’intervista alla rivista on-line “Sherlock Magazine” – è stato quello delle costruzioni olimpiche, delle quali parlo nel libro. Costruite con grande dispendio di mezzi e di soldi, solo per un uso temporaneo. Senza alcuna idea a priori di come potessero poi essere riqualificate o adibite ad un uso post olimpico”. La finzione narrativa, insomma, si coniuga anche con la denuncia sociale. Una denuncia accorata, forte e determinata. Costas si muove in un contesto confuso nel quale sembra impossibile compiere anche le azioni più semplici. Nella sua esistenza disordinata Costas, però, può sempre contare sulla sua famiglia. I suoi vincoli affettivi lo sostengono malgrado gli scontri grotteschi e buffi che animano il suo rapporto con Adriana. “Ha una moglie opprimente – spiega Markaris – e un figlia adorata che mantiene agli studi anche se non potrebbe permetterselo”. Una moglie, si potrebbe concludere, che considera come il suo unico punto di riferimento, un superiore ‘in gonnella’ inquieto e ingestibile.