La maggioranza divisa sulla legge Biagi

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La maggioranza divisa sulla legge Biagi

15 Agosto 2007

Il Segretario del Prc Franco Giordano l’aveva dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera, se non si cambia radicalmente la riforma Biagi sul lavoro il suo partito non avrebbe appoggiato le legislazioni in merito a pensioni e Welfare, dura le replica del responsabile del lavoro Ds, Pietro Gasperoni.

“A leggere le interviste degli esponenti di Rifondazione e dei Comunisti italiani c’è di che restare esterrefatti. I giudizi che vengono espressi sulle politiche sociali e del lavoro prodotte dal governo di cui sono parte non secondaria, sembrano dettati più dal desiderio di smarcarsi dalla responsabilità di governo che da una critica costruttiva”, ha affermato Gasperoni.

Una critica severa alle parole di Giordano arriva anche dal ministro del Lavoro Cesare Damiano, che dice, “non accetto che qualcuno dica che non stiamo attuando il programma”, ovviamente quel “qualcuno”sarebbe il Segretario del Prc Giordano. Damiano fa notare che alcuni cambiamenti alla legge Biagi si stanno già effettuando mentre precisa che, “Se nel protocollo ci sono parti che possono aver generato degli equivoci, nella scrittura dei testi legislativi rimuoveremo quegli ostacoli sentendo le parti sociali”, riferendosi alla questione dei contratti a termine.

E intanto l’ulivista Lamberto Dini annuncia che se la maggioranza dovesse sottostare ai ricatti dei “massimalisti” lui uscirebbe dalla coalizione senza problemi. Zipponi invece, responsabile del Lavoro di rifondazione, fa sapere che il uso partito sta spingendo per l’approvazione di un progetto per modificare a fondo la legge Biagi e Marco Rizzo (Pdci) crede che Damiano si stia “sbagliando di molto” in merito alla vicenda. Insomma un ferragosto caldo sotto tutti i punti di vista per la maggioranza che si divide seguendo quello che rimane un solco naturale fra due anime politiche che hanno poco in comune, una più liberista, e un’altra ferma su posizione vetero-comuniste.