La mamma di Charlie ha chiamato l’ospedale Bambino Gesù

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

La mamma di Charlie ha chiamato l’ospedale Bambino Gesù

04 Luglio 2017

Sono sempre al capezzale del piccolo Charlie i suoi genitori che oggi hanno diffuso una nuova foto in cui abbracciati guardano il neonato ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra. Connie Yates e Chris Gard sperano che possa succedere qualcosa, come si legge sul Mirror online, prima che i medici decidano di staccare i macchinari che tengono in vita il figlio dopo aver concesso venerdì scorso una proroga alla famiglia. L’attenzione internazionale è massima, col coinvolgimento non solo delle autorità britanniche ma anche del presidente americano Donald Trump, del Papa e dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

Eppure portare il piccolo Charlie Gard da Londra all’ospedale Bambino Gesù di Roma sarebbe “impossibile per motivi legali, non clinici”, fanno sapere i sanitari del Great Ormond Street Hospital di Londra ai colleghi dell’ospedale romano, che si era offerto di assistere il bimbo affetto da una malattia rarissima.

A margine della presentazione della Relazione Sanitaria e Scientifica 2016 del nosocomio, intanto, Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha fatto sapere: “Sono stata contattata dalla mamma di Charlie. E’ una signora molto determinata e molto decisa, che non vuole cedere di fronte a nulla. Ci ha chiesto di provare a verificare la possibilità che questa cura venga fatta, e i nostri medici e scienziati stanno approfondendo la possibilità”. 

Acquista il libro di Assuntina Morresi “Charlie Gard-Eutanasia di Stato” sullo shop de l’Occidentale