La manifestazione di Firenze e la guerra antifascista

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La manifestazione di Firenze e la guerra antifascista

La manifestazione di Firenze e la guerra antifascista

06 Marzo 2023

La parola antifascismo torna a risuonare nella manifestazione di Firenze capeggiata da Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Ma oggi in Europa non può esserci  una manifestazione antifascista che non parli di Ucraina. Nella quale i leader politici o sindacali restino in silenzio su quanto accade a Kiev. Oggi dirsi antifascisti vuol dire schierarsi in modo netto contro i russi che spianano intere città, bombardano i civili, riempiono di cadaveri le fosse comuni.

Vuol dire stare dalla parte della libertà e dell’Occidente, con i suoi valori opposti al totalitarismo imperialista di Vladimir Putin. Da anni però la sinistra occidentale socchiude gli occhi su atroci dittature. Non condanna regimi come quello cubano e venezuelano. Chiede la pace con Putin, il capo degli stupratori di donne in Ucraina. Si può obiettare che viviamo in un Paese, l’Italia, dove il numero di persone che vorrebbero la resa parziale di Kiev, cioè che Zelensky cedesse parti del suo territorio, sopravanza chi invece vuol vincere la guerra.

Cosa direbbero questi italiani se ad essere invaso fosse il nostro Paese? Sarebbero pronti a cedere il Veneto o magari la Sicilia per avere la pace? Abbiamo ascoltato storie di minorenni ucraine stuprate in gruppo dai criminali di guerra russi in uno scantinato. Battersi contro tutto questo non è antifascismo? Perché Schlein non dice nulla sull’Ucraina dopo aver vinto le primarie del Pd? Proseguirà nella linea presa da Enrico Letta?

La sinistra liberal negli ultimi venti anni non ha compreso il senso della guerra al terrore. La guerra al terrore non è uno scontro di civiltà bensì la prosecuzione della lotta al totalitarismo iniziata in Europa nel secolo scorso. Una guerra che non finirà mai. La guerra antifascista che sfugge ai leader della manifestazione di Firenze.