La manovra di Tremonti: “Nessuna nuova tassa, tagli alla spesa pubblica”

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La manovra di Tremonti: “Nessuna nuova tassa, tagli alla spesa pubblica”

18 Maggio 2010

"È ora di ridurre effettivamente il peso della mano pubblica. Non aumenteremo le tasse e non ci saranno interventi sui più deboli". Così, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha parlato a Bruxelles al termine dell’Ecofin in riferimento alla manovra di bilancio a cui il Tesoro sta lavorando.

Il ministro non è entrato nel dettaglio delle misure a cui si sta lavorando, limitandosi però a dire che "dovranno preoccuparsi solo i falsi invalidi e gli evasori", promettendo poi di non mettere le mani in tasca ai cittadini e di ridurre la spesa pubblica "lì dove è meno produttiva e dove non ha un effetto recessivo".

"Ho sentito parlare del 5% dei tagli agli stipendi dei politici – ha aggiunto Tremonti – quello può essere considerato solo un aperitivo". Quindi, ha proseguito il responsabile del dicastero economico, "il nostro sistema pensionistico è il più stabile d’Europa, se la domanda è se stiamo lo stravolgendo la risposta è no perché sta funzionando bene".

La manovra che l’Italia si accinge a varare "deve essere una correzione non solo dei conti, ma del sistema", ha aggiunto il ministro delle Finanze. "Se si costruisce bene una correzione, c’è anche una cifra etica", sostiene Tremonti, ribadendo l’impegno dell’Italia a "ridurre il debito pubblico perché rappresenta un fattore di distorsione, ma noi non vorremmo che gli altri continuassero con gli antichi vizi di debito privato". In proposito, il ministro ha confermato una riduzione del deficit sul Pil dello 0,8% per il 2010 e dello 0,8% per il 2011, quindi un totale dell’1,6% su due anni.

Il titolare di Via XX Settembre assicura poi che l’Italia "rispetterà i numeri degli impegni presi con l’Europa": "Siamo molto impegnati nella riscrittura del Patto di stabilità e verso gli obblighi che abbiamo – ha assicurato Tremonti – Faremo esattamente con gli stessi numeri e con la stessa tempistica quello che è stato concordato nel dicembre del 2009. Altre voci che ho sentito sono esagerazioni".

Il problema attuale dell’Europa è che "produce più deficit che Pil ed è vittima di un attacco che non è a un singolo paese ma all’euro, al disegno politico che sta alla base dell’unione monetaria". È questa la valutazione del ministro Giulio Tremonti, per il quale la proposta della Commissione Ue sul rafforzamento del patto di stabilità e della supervisione delle politiche economiche "è benvenuta".

Per Tremonti la via per uscire dalla crisi è la restituzione alla politica del compito di individuare le soluzioni in termini di regolazione, supervisione e riforma. Da quando è scoppiata la crisi "sono stati persi due anni" dato che solo oggi abbiamo sul tavolo le idee per regolare i cds, le transazioni over-the-counter, gli hedge fund. "Abbiamo passato due anni a discutere di regole pensando che i tecnici le avrebbero riscritte, invece si è perso tempo creando illusioni". "Il piano di stabilizzazione finanziaria (per evitare che altri paesi finiscano come la Grecia, ndr) è stato fatto dai ministri. Tremonti sostiene le idee proposte dalla Commissione europea sulla "governance economica".

"Benissimo la supervisione dell’economia – ribadisce il ministro delle Finanze – la parola chiave deve essere sostenibilità per cui occorre valutare quanto debito pubblico c’è e quanto debito privato, bisogna vedere come sono le banche sapendo che chi non ha un sistema bancario solido magari e più pericoloso di un paese con un debito grande". Pieno accordo infine con interventi di regolazione nel settore dei cds sul debito sovrano.

Tremonti ha quindi annunciato che domani incontrerà il presidente del Consiglio per illustrargli la linea che intende seguire con la manovra d’estate. In ogni caso ha tenuto a precisare che in Europa oggi "la criticità non riguarda l’Italia, avevamo il vincolo di una correzione dei conti pubblici prima e adesso lo rispettiamo". Ciò vuol dire che "siamo dalla parte giusta rispetto ad altri paesi". È vero che l’Italia ha un debito pubblico elevato, ma lo stock della ricchezza privata nazionale è 8 volte il debito pubblico e la ricchezza finanziaria 2 volte. L’Italia ha "le fondamenta" per finanziarsi, "altri paesi no, siamo in grado di fronteggiare il debito".