La Marcegaglia verso la presidenza

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

La Marcegaglia verso la presidenza

07 Gennaio 2008

Siamo
ormai a pochi giorni dall’avvio delle procedure ufficiali per la scelta del
presidente di Confindustria: il 16 gennaio si riuniranno i past president e poi
di tappa in tappa fino a fine maggio si arriverà alla designazione. Emma
Marcegaglia è più che mai la favorita, anzi potrebbe essere l’unica
concorrente. Ci si concentra, ormai quasi più sulla sua squadra che su la sua
possibile vittoria. Luca Cordero di Montezemolo non appare in un periodo molto
brillante: aveva puntato su Romano Prodi e questi si è rivelato una catastrofe.
Aveva cavalcato l’antipolitica per farsi uno spazio, possibilmente con Walter
Veltroni o in subordine con Pierferdinando Casini, ma i ruoli che questi due
politici gli possono lasciare sono marginali.

Quanto
alle questioni di merito confindustriale, che non hanno mai entusiasmato il
presidentissimo, il suo interlocutore preferito, Guglielmo Epifani, ha sempre
più un ruolo evanescente, mentre cresce il protagonismo di Raffaele Bonanni,
che trova una sponda più sicura in Alberto Bombassei.

La
vicenda anticipo “30 euro” ai lavoratori della Fiat, decisa da Sergio
Marchionne, in barba al ruolo del presidente della sua azienda e di
Confindustria, ha finito per minare non solo il suo prestigio ma anche quello
dei montezemoliani, da Andrea Moltrasio a Massimo Calearo, che dovranno
faticare come dei pazzi per recuperare il posto da vicepresidenti in viale
dell’Astronomia a cui aspirano. Il mondo Fiat, un po’ ridimensionato dalle
ultime vicende e anche dal corso economico dell’impresa torinese, è sempre più
presidiato da Bombassei a cui Paolo Rebaudengo, il vero uomo del Lingotto per
le faccende confindustriali, ha affidato il compito di difendere il posto di
Maurizio Beretta, direttore generale.

Si
fanno largo nomi di antimontezemoliani doc per le vicepresidenze, ma l’assetto
che sembra prefigurare la Marcegaglia si prospetta molto equilibrato.

Intanto
l’operazione per condizionarla è partita da sinistra: Bombassei, spiazzato nel
suo tentativo di raccordare mondo Fiat e ambienti di centrodestra
confindustriali innanzi tutto dalle mosse di Marchionne che gli hanno alienato
l’ala dura degli industriali meccanici, cerca di posizionarsi come il nuovo
uomo del dialogo con Prodi. Lo fa con il suo abituale stile fatto di cautela,
conoscenza seria dei problemi, intelligenza, niente a che vedere con le
sbracature politiche del suo presidente, ma comunque non si tira indietro dal
parlare di “scelte storiche” possibili, riferendosi ai mezzi pasticci che si
intravedono all’orizzonte sul tema salari e produttività: E’ evidente
l’interesse confindustriale nel portare a casa qualche intervento fiscale che
alleggerisca la pressione sindacale, così come è evidentemente benedetto
qualsiasi provvedimento che aiuti recuperi di produttività. Ma enfatizzare
scelte che anche se si realizzeranno, avranno sempre il segno della precarietà
che caratterizza tutti gli atti di questo governo, non solo è imprudente ma non
può non celare anche un disegno politico. E questo è condizionare la
Marcegaglia da sinistra, il lato che lei più soffre perché da sempre si
considera interlocutrice dei D’Alema, dei Rutelli, dei Bersani.

La
stessa operazione viene con ancora più decisione percorsa da un elemento
decisivo del fronte Confindustriale: il Sole 24 ore.

Dopo
avere fatto spiegare a Giancarlo Cerutti con la bocciatura di un nuovo
caporedattore alla finanza perch%C3