La Merkel snobba le provocazioni di Chavez
13 Maggio 2008
Angela Merkel vola in America latina: è il primo lungo
viaggio nel continente di un capo di governo tedesco da sei anni a questa
parte. Nella terra della recente sterzata a sinistra la Cancelliera va ora in
cerca di partner affidabili. E lascia cadere l’orribile paragone che il leader
populista Hugo Chavez le ha rivolto domenica.
Poco prima della partenza per il
suo soggiorno settimanale in America latina il presidente venezuelano ha
infatti violentemente attaccato la Cancelliera Angela Merkel accostandone la figura
a quella di Adolf Hitler. La CDU della Merkel “appartiene a quella stessa
destra che ha appoggiato Hitler e il fascismo”, ha detto Chavez reagendo
alle affermazioni della Cancelliera che gli aveva categoricamente negato il
diritto di poter rappresentare anche gli interessi degli altri stati
sudamericani.
A proposito dell’assolo del presidente venezuelano all’ultimo
vertice di Vienna nel 2006, la Cancelliera aveva per l’appunto dichiarato che
“un paese soltanto non può certo pregiudicare la stabilità dei rapporti
tra UE e America Latina. Il Presidente Chavez non parla per l’intero
continente. Ciascun paese ha la propria voce, con la quale persegue i propri
specifici interessi”. A tali dichiarazioni Chavez ha risposto nel corso
della sua trasmissione radiofonica domenicale, accusando la Merkel di aver
incoraggiato gli altri capi di governo dell’America Latina a non intrattenere
rapporti stretti con il Venezuela. Infine, dopo averle indirizzato ulteriori
attacchi, si è trattenuto: “Signora Cancelliera, vada a….” e dopo
una piccola pausa ha soggiunto: “non finisco la frase solo perché Lei è
una signora”.
Chavez, d’altronde, non è affatto nuovo a pesanti aggressioni
verbali nei confronti di politici occidentali: nel 2006, parlando all’Assemblea
delle Nazioni Unite, aveva persino definito George W. Bush il
“diavolo”. La Merkel per intanto preferisce glissare. “Non c’è
altro da aggiungere”, ha chiarito il suo portavoce Thomas Steg: “Le
dichiarazioni di Chavez si commentano da sole”.
© Die
Welt
Traduzione Giovanni Boggero