La metà del cielo: storia alternativa delle donne

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La metà del cielo: storia alternativa delle donne

La metà del cielo: storia alternativa delle donne

04 Aprile 2019

Un viaggio nella storia del gentil sesso per smentire coloro che tacciano di medioevalismo e di oscurantismo le epoche storiche, e le battaglie, contrassegnate dalla cristianità. “La metà del cielo. Breve storia, alternativa, delle donne” è anche questo. Il professor Francesco Agnoli ci ha regalato un’altra perla degna del suo repertorio. Con lui, in questa opera edita dalla casa editrice La Vela, si è esibita la Dottoressa Maria Cristina del Poggetto, che è una nota psichiatra. Quello delle donne è un percorso lungo quanto il sentiero dell’umanità. Il primo merito dei due autori viene rintracciato dal lettore sin dalle prime fasi della lettura: rivendicare il protagonismo storiografico del genere femminile.

Vantarsi dell’ottenimento di sempre “nuovi” diritti è divenuta una prassi. Joseph Ratzinger ha parlato di “moltiplicazione” e certo femminismo sembra aver sviluppato questa equazione: l’essere donne equivale alla richiesta continua di presunte forme di emancipazione. Ma sono in pochi, di rimando, a sottolineare l’incidenza e la costanza con cui il gentil sesso ha contribuito a muovere la ruota della storia. C’è spazio per una vera e propria ricostruzione, ma pure per porre l’accento su alcune distorsioni celate ad arte sui libri di testo: come quel passaggio sulla Convenzione rivoluzionaria del 1789. Nei manuali scolastici, questo dettaglio non viene citato quasi mai.

Ma come? L’evento liberante per antonomasia, la Rivoluzione francese, ha costretto le donne a rimanere chiuse in casa fino a quando l’ordine non sarebbe stato ristabilito? Proprio così. Sono stati i giacobini ad ancorare le donne al focolare domestico. Con la medesima forza narrativa, emergono la funzione svolta da tante figure femminili nel corso del passato e del presente. Basti pensare al primo ospedale, costruito appunto da una donna, Fabiola: “Dopo aver fondato un ospedale, vi raccolse tutte le persone sofferenti, raccolte per le strade, prestando loro le attenzioni di una vera infermiera…Quante volte ha lavato il pus da piaghe che altri non riuscivano neanche a guardare! Nutriva i pazienti con le sue stesse mani e, anche quando una persona non era altro che un povero corpo scosso dal respiro, lei ne rinfrescava le labbra con alcune gocce d’acqua”.
La costanti presentate sono molte: una è il rapporto interdipendente con il sesso maschile. L’altro, nel libro di Angoli e della del Poggetto, viene spesso richiamato. Perché la mitologia neopagana sarà pure tornata in auge con l’estensione esasperata del positivismo e dello scientismo, ma l’interpretazione femminile del mondo rischia di annegare nell’oblio del fiume Lete. Quello dal quale, questa volta e prescindendo dal sesso, tutti rischiamo di non risalire. Una scomparsa che sarebbe frutto di ideologismi e di travisamenti. Gli stessi che continuano a proporre quella che in gergo si chiama “guerra tra sessi”, che è il vero conflitto culturale cui siamo chiamati a far fronte.

Dall’epoca romana al mondo post bellico, passando per la concezione della donna in Arthur Schopenhauer, i due studiosi riescono a ribaltare il piano narrativo che tanti media sono soliti presentarci: sono state le epoche barbariche, riproposte da e con i totalitarismi, a destrutturare la presenza femminile nel mondo. Ridisegnare la parabola del femmineo – non neghiamolo – costituisce un atto di coraggio. Perché la modernità vorrebbe condurci a braccetto in tutt’altro luogo: dalla parte della distinzione di qualunque negazione. Vale la pena, allora, citare la filosofa affrontata pure nel libro in questione. Agnoli e la del Poggetto se ne occupano con tutti i crismi del caso, ma è stata Hannah Arendt a insegnarci quanto il male possa essere banale e come “stare di guardia ai fatti” sia tra le poche difese a nostra disposizione. Questa, in fin dei conti, è l’operazione compiuta da “L’altra metà del cielo. Breve storia, alternativa, delle donne”: elencare grandiose circostanze che gli intellettuali ordinari sembrano aver dimenticato. La forza di un universo femminile pienamente restituito a se stesso, del resto, è davvero invalicabile, mentre nell’illuminismo, nell’eugenetica e nell’evoluzionismo esacerbato si nasconde il maschilismo più becero. Quello, per intenderci, che ha costruito le fondamenta idealistiche dell’utero in affitto.