“La morte di Sandri frutto dell’errore e della mancanza  di risorse”

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“La morte di Sandri frutto dell’errore e della mancanza di risorse”

12 Novembre 2007

“Ormai in Italia, dopo la beatificazione di Carlo Giuliani e
l’elezione della madre al Senato, si è creata in large frange del
paese una sorta di odio autorizzato contro le forze dell’ordine che poi esplode
nelle maniere che abbiamo visto domenica sera, magari per un  tragico errore”.

Le parole di Franco Maccari, segretario del Coisp,
Coordinamento per l’indipendenza sindacale della forze di polizia, sono chiare
e forti e spiegano da sole quelle che è successo nella domenica bestiale in cui
è morto l’incolpevole dj Gabriele Sandri. Un ragazzo di 28 anni colpito da una
pallottola sparata  da oltre 50 metri di
distanza (da un agente della polizia stradale) mentre si trovava in macchina
nella piazzola di sosta di un Autogrill vicino ad Arezzo.

L’agente era intervenuto, per giunta da molto lontano, per
sedare una rissa tra tifosi laziali e juventini. Ma oramai la rissa era già
finita e le modalità operative del poliziotto 
sicuramente non sono state professionalmente adeguate. Come mai?

Quello che spiega meglio quanto è successo prima che la foga
eversiva degli ultrà di tutta Italia si scatenasse, lo racconta un altro sindacalista
della polizia di stato, Giovanni Aliquò, segretario dell’Associazione nazionale
dei funzionari di polizia: “i tagli delle ultime finanziarie, da Tremonti a
Padoa Schioppa, hanno inciso sulla stessa preparazione dei nuovi agenti che
ormai vanno in strada con una pistola con la stessa esperienza che avrebbe uno
che sta prendendo il brevetto da pilota se gli affidassero un jumbo jet.”

“E i risultati – a parte la “tragica cazzata” fatta
dall’agente domenica mattina – l’opinione pubblica li vede ogni giorno:
indagini sbagliate, interventi non sempre tempestivi, problemi di
munizionamento, si usano proiettili blindati che rimbalzano come la carambola a
biliardo mettendo a rischio un sacco di gente che non c’entra niente, e archivi
fatiscenti, tutti incentrati sul cartaceo che oramai è la preistoria”.

Le carte infatti possono sparire, i dati elettronici molto
di meno.

Adesso che si cercano le colpe quindi, i due imputati
principali potrebbero essere proprio Giulian Amato e Tommaso Padoa Schioppa.

Dice Maccari: “certe forze politiche attualmente al governo
hanno una responsabilità gravissima nella criminalizzazione dell’operato delle
forze dell’ordine: dopo Genova ogni slogan è permesso negli stadi come in altri
cortei di estremisti.  Sento la senatrice
Giuliani, che dice che in Italia nessun poliziotto ha mai pagato per i propri
errori, questo è un incitamento all’odio, in realtà noi siamo quelli che pagano
di più.. oltre a questo c’è da dire che l’attuale governo è quello che ha messo
in ginocchio l’operatività delle forze dell’ordine con tagli su tagli e persino
con l’appropriazione dei fondi accantonati nelle varie finanziarie proprio per
il settore in questione..”

Gli fa eco Aliquò: ”noi non abbiamo alcuna voglia di coprire
la “tragica cazzata” che ha fatto quell’agente perché, è bene chiarirlo, in
quel frangente in cui lui operava non c’era alcun bisogno di usare la pistola e
tantomeno per sparare da una parte all’altra dell’autostrada, con distanze che
non permetterebbero a nessuno di centrare un qualsivoglia obiettivo.. ciò detto
però, la vera cazzata sesquipedale l’hanno fatta quelli che mandano persone
poco o per niente addestrate come lui in giro nelle auto di pattuglia dove
ormai la benzina se la devono pagare i commissariati o le stesse volanti,
con  gli straordinari che sono gratis per
tutti e gli stipendi sui mille euro al mese.. una polizia così non riesce più a
essere professionale.. non si parla più solo di stipendi, qui sono stati
tagliati i fondi per le stesse scuole di polizia e quindi l’addestramento sta
diventando prossimo allo zero, perché certo non si può risolvere il tutto nel
mandare uno al poligono due volte a settimana a sparare dieci colpi a una
sagoma, serve l’addestramento sotto stress, va insegnato quando e come estrarre
un’arma.. e poi anche nelle inchieste si cominciano a vedere errori sempre più
marchiani.. così non si può andare avanti. Il personale delle forze dell’ordine
va “oliato” come una macchina, se il governo risparmia sull’olio poi non ci si
deve meravigliare di questi fatti.. non si può credere che si mette in mano
l’arma a qualcuno e quello diventa poliziotto per incanto”.

Per onestà intellettuale, sostiene Aliquò, “va detto che
questa cosa del tagli ai fondi della polizia è una tradizione inaugurata da
Tremonti”. Certo, “Amato e Padoa Schioppa hanno perfezionato il meccanismo”.

Insomma qualcuno si è approfittato di una situazione
preesistente e del fatto che le stesse forze dell’ordine per spirito di
responsabilità avevano limitato al minimo le proteste: “mica siamo
autoferrotranvieri”, dice  ancora
Maccari.

Insomma, qualcuno in questo governo deve essersi creduto che
il cavallo continuasse a correre senza che gli si desse più la biada.  E, come nel noto sketch con Aldo Fabrizi di tanti
anni fa, “proprio ora che la povera bestia si era abituata a vivere senza
mangiare, inaspettatamente è morta”.